Cesena, sbanda e causa un incidente: è colpa delle buche, assolto

I testimoni dell’accaduto ed i rilievi effettuati sul sinistro hanno chiarito come non fosse stato in grado di controllare il suo ciclomotore. Aveva sbandato ed era finito a terra al pari dello scooter. Il mezzo era finito in una posizione nell’altra carreggiata dove per evitarlo (senza peraltro riuscirci del tutto) una Lancia Y con a bordo una donna cesenate aveva sterzato in maniera secca a destra. Andandosi a schiantare contro dei pali di segnaletica orizzontale prima, per finire poi a sbattere contro delle spallette di cemento a lato della strada.
Le conseguenze furono bastanza serie per la donna. Alla quale vennero computati 45 giorni di prognosi per fratture al naso, la necessità devitalizzare un dente traumatizzato, lesioni alla colonna vertebrale. Una prima prognosi che poi si era prolungata nel tempo per la guarigione.
Il giovane scooterista aveva fin da subito spiegato di aver sbandato per colpa delle disconnessioni del terreno. Il suo scooter era stato visto letteralmente impennare prima di dirigersi verso la vettura che marciava in direzione opposta. Fondamentale in aula è stata la testimonianza di un ingegnere, Gianluca Piraccini, che in qualità di consulente ha spiegato come sia potuto accadere l’incidente. La moto ha sbandato per colpa di avvallamenti e buche dell’asfalto. In rapida successione. Profondi tra i due ed i 5 centimetri. Tutti “solchi” sull’asfalto non segnalati. E quindi oltremodo pericolosi.
Malgrado i 6 mesi di condanna chiesti dalla procura (Pm Marina Tambini), accompagnati dallo stop quinquennale della patente di guida, il giovane (difeso dall’avvocato Alessandro Sintucci) è stato assolto dal giudice Maurizio Lubrano. La colpa era della strada dunque e non dello scooterista. Al punto che ora l’avvocato del cesenate sta valutando l’opportunità di una causa di risarcimento contro Anas. Essendo la Romea strada statale.