Cesena, don Odo tra i “Giusti tra le nazioni”: responso da Israele entro fine anno

Cesena

CESENA. Nell’elenco dei “Giusti tra le nazioni”, che rischiarono la vita per salvare gli ebrei dalle persecuzioni nazifasciste, tra poche settimane potrebbe comparire il nome di un cesenate. È Odo Contestabile, padre benedettino che per quasi quattro decenni visse all’Abbazia del Monte.

Entro la fine di quest’anno, dallo Stato di Israele arriverà una risposta alla richiesta avanzata dai discendenti delle persone che aiutò a fuggire in Svizzera, evitando che finissero nell’inferno dei lager.

Domenica, alla casa di cura San Lorenzino, Marco Grego, figlio di Erika Lehrer, messa in salvo nel 1943, quando era una bambina, ha espresso la propria gratitudine a Cesena. I due coniugi Leherer con le loro bambine di 9 e 7 anni vennero nascosti proprio lì, tra i malati ricoverati, grazie al gesto umano e coraggioso dei dottori Elio Bisulli e Achille Franchini. Dopodiché fu don Odo a prodigarsi per fuggire dall’Italia e trovare rifugio nella neutrale Svizzera.

Non fu l’unica famiglia che salvò. Creò una via di fuga anche per i coniugi Mondolfo: Isacco Emanele Hayon Mondolfo, che era primario all’'ospedale Bufalini, e Dora De Semo.

In entrambi i casi il padre benedettino poté contare sul sostegno del suo amico Ambrogio Nicolini, che era sfollato a una quindicina di chilometri di distanza dalla tanto agognata frontiera svizzera.

Presto tra i “Giusti”?

Alla luce di quei gesti, Marco Grego si sta impegnando da tempo, assieme alla propria famiglia, affinché padre Odo Contestabile venga riconosciuto come Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem di Gerusalemme. E durante la visita fatta a Cesena ha confidato che entro la fine di quest’anno dovrebbe essere presa una decisione, che è essenzialmente nelle mani dello Stato di Israele. La onorificenza di “Giusto tra le nazioni”, istituita nel 1962, viene infatti conferita dal Memoriale ufficiale israeliano, lo Yad Vashem appunto, a tutti i non ebrei che hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita e senza interesse personale per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista.

Finora nessun cesenate è stato inserito in questa lista. Don Odo sarebbe il primo. Per la verità, nacque a Ortucchio, un paesino in provincia de L’Aquila, nel 1912, ma trascorse gran parte della sua vita nell’Abbazia di Santa Maria del Monte di Cesena: per la precisione, dal 1928 al 1965.

Le due famiglie messe in salvo

Per quel che riguarda il ruolo che ebbe nel salvataggio dei Lehrer, riuscì a procurarsi i documenti falsi e a ottenere la collaborazione di alcuni contrabbandieri, per fare loro oltrepassare il confine tra Italia e Svizzera. Il 3 dicembre 1943 il monaco si mise in viaggio in treno con la famiglia, scendendo a Cuveglio. Dopodiché affrontarono assieme un cammino molto pericoloso: per due volte ci furono guardie che si accorsero di quegli ebrei in fuga, ma impietositi li lasciarono andare. Alla fine, guadando il fiume Tresa, i Lehrer riuscirono a espatriare.

Altrettanto drammatica la vicenda dei coniugi Mondolfo. L’occupazione nazista li costrinse a fuggire in fretta e furia per evitare la deportazione. Ad avvisarli del pericolo che stavano correndo era stato il vescovo Beniamino Socche, che li aveva raccomandati a padre Giuliano Ferrini del convento piacentino di Santa Maria di Campagna. L’11 dicembre don Odo accompagnò anche loro alla frontiera con la Svizzera e, sempre con la preziosa collaborazione dell’amico Nicolini, riuscì a farli arrivare a Lugano.

Una volta finita la guerra, don Odo Contestabile trascorse un’altra ventina di anni tra le mura dell’Abbazia del Monte, e successivamente si trasferì nel monastero romano di San Paolo fuori le mura. Si spense il 18 gennaio 1995, in una casa di riposo dove passò le ultime fasi della sua vita.

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