Top gun cesenate morto all’air show, nessun guasto per l’incidente

Cesena

CESENA. Esattamente un anno fa perse la vita schiantandosi in mare, durante uno show in volo a Terracina, un aviatore cesenate che era uno dei top gun dell’Aeronautica Militare Italiana. Si chiamava Gabriele Orlandi, aveva 36 anni e stava eseguendo una manovra ai limiti alla guida di un caccia Eurofighter Typhoon, che si andò a disintegrare contro il muro d’acqua sottostante, verso cui il pilota stava andando in picchiata.

Il dolore è rimasto lo stesso per i suoi genitori, che furono spettatori della tragedia con i loro occhi, direttamente sul posto, e nemmeno per gli altri assi del cielo e per tutte le persone che prestano servizio nell’Aeronautica Militare Italiana.

Però una svolta c’è stata negli accertamenti per capire cosa possa essere accaduto verso le ore 17 di quel maledetto 24 settembre del 2017.

Indagine verso l’archiviazione

Il sostituto procuratore di Latina Gregorio Capasso, al quale è stata affidata l’indagine per appurare le cause dello schianto, ha chiesto l’archiviazione. Dall’inchiesta, che fin dall’inizio non ha avuto indiziati definiti ma è stata rivolta contro ignoti, non sono emersi elementi tali da giustificare la prosecuzione delle verifiche. Il capo d’accusa era disastro aviatorio colposo, ma né l’esame della scatola nera di cui si sono occupati due consulenti nominati dalla Procura, né l’analisi delle immagini dell’esibizione fatale hanno permesso di ipotizzare cause differenti da un errore, che può sempre capitare anche a chi aveva indiscusse abilità come Orlandi. Non a caso era diventato un collaudatore esperto di aerei al centro sperimentale di volo di Pratica di Mare.

Errore umano, nessun colpevole

Il fatto che durante l’ultimo suo volo non abbia inviato alcuna comunicazione particolare ala centrale che da terra seguiva le sue acrobazie è un’ulteriore conferma che non dovrebbero esserci stati guasti o problemi tecnici. E allora, dopo avere ascoltato vari testimoni e avere indagato in tutte le direzioni, per sei mesi in più rispetto alla prima scadenza, per la quale lo scorso marzo gli inquirenti chiesero e ottennero una proroga di 6 mesi, l’ipotesi più probabile resta quella dell’errore umano. Neppure la magistratura militare, che per quasi un anno ha mobilitato i suoi specialisti, sommozzatori inclusi, nel punto dove il velivolo si è inabissato, non è venuta a capo di nulla. E allora, con ogni probabilità, in questa vicenda non ci sarà alcun colpevole da perseguire.

Dolore da Terracina a Cesena

Intanto la città di Terracina si prepara a commemorare con una cerimonia ufficiale il maggiore Orlandi, che prima di vivere la sua troppo breve avventura in Aeronautica (aveva conseguito nel 2007 il brevetto di pilota militare, in Canada) era cresciuto a Cesena, in viale Abruzzi, con suo padre Riccardo e con la madre Monica Magnani, ora residenti dalle parti della zona Peep di Case Finali. Nato il 21 marzo 1981, era stato scout, amava profondamente il calcio (aveva anche militato nel Rumagna e nel Rubicone-Calisese) e aveva frequentato le scuole superiore a Forlì. Tutti ambienti dove chi lo ha incrociato lo ricorda con affetto e stima.

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