Cesena, sulle tracce di Malatesta Novello. Antiche suole da restaurare per aiutare la scienza

Cesena

CESENA. Dopo sei secoli e mezzo è ora di rifare le scuole delle scarpe. E serve un calzolaio speciale, perché le calzature su cui dovrà mettere le mani meritano la massima cura. Potrebbero infatti essere appartenute a Malatesta Novello, il cui nome è legato alla pagina più luminosa della storia di Cesena.

L’insolita storia va inquadrata nelle indagini in corso per capire se appartengano davvero al Signore morto nel 1465 i resti contenuti nell’urna che è stata “smurata” lo scorso febbraio dall’Aula del Nuti, il cuore più nobile della biblioteca rinascimentale.

Qualche settimana fa è già stata affidata all’Università della Campania “Vanvitelli” la misurazione dei rapporti isotopici stabili e radioattivi sui reperti organici rinvenuti, che serviranno a datarli. Inoltre sono stati assegnati incarichi a due specialiste da una parte per effettuare uno studio antropologico e antropometrico e dall’altra per una consulenza archeozoologica, visto che assieme alle spoglie umane sono state recuperate anche ossa di animale.

Nei giorni scorsi si è deciso di approfondire anche un altro dei ritrovamenti fatti. Dalla presunta tomba di Malatesta Novello (le fonti scritte indicano che fu collocata nell’agosto 1812 nel punto dove è stata rimossa poco più di 5 mesi fa) sono infatti saltate fuori anche due suole in cuoio. Dovevano fare parte di quelle che gli addetti ai lavori definiscono “calze suolate”, che venivano usate nel XV secolo. Gli esperti le considerano un manufatto importante nel lavoro di ricerca sulla vita quotidiana durante l’epoca rinascimentale. Gli indumenti che venivamo indossati dalle diverse fasce sociali sono infatti un aspetto significativo di questo affascinante pezzo di storia.

Per approfondire lo studio di quelle suole è però necessario farle restaurare. Un’operazione delicata, che va eseguita in un laboratorio accreditato dalla Soprintendenza. In accordo con quell’ente, la funzionaria della Malatestiana Paola Errani ha firmato un atto con cui si affida il lavoro al Laboratorio di restauro del libro situato presso l’Abbazia del Monte. Si tratta di un impegno che richiede grande perizia e lì ci sono professionalità all’altezza. Il compenso previsto è modesto: dovrebbero essere sufficienti circa 372 euro.

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