Iniziato lo strappo dell’antico mosaico, la pantera sta per entrare al museo

Cesena

CESENA. È una delle porzioni di mosaico più complicate da staccare quella su cui ieri hanno lavorato gli archeologi della ditta “Phoenix”. Il mosaico è quello di via Strinati, rinvenuto nell’ambito dei lavori di rifacimento dei sottoservizi in carico a Hera. Dopo mesi di attesa, sono cominciate le operazioni finalizzate al trasferimento nel museo archeologico comunale, dove questa antica perla romana sarà restaurata ed esposta. Alle battute finali dei lavori realizzati ieri ha potuto assistere anche un gruppo di studenti inglesi, ai quali la guida ha potuto mostrare un assaggio del glorioso passato italiano.

Pantera e preda

Le prime porzioni del mosaico erano venute alla luce a metà ottobre. Le zampe posteriori di quella che poi si sarebbe rivelata una pantera intenta a cacciare una preda non lasciavano spazio a dubbi che si trattasse del primo mosaico figurativo rinvenuto in città. Si ritiene che facesse parte di un ambiente residenziale di pregio, probabilmente un triclinio, in una domus di età romana imperiale. La pantera, che per prima ha fatto capolino durante la fase di scavo, fa parte di una decorazione che rappresenta una scena naturalistica con animali in caccia. Oggi rimane solo il cacciatore, mentre della preda si vede solo parte delle zampe posteriori. Al centro del mosaico c’è un riquadro con un medaglione circondato da kantharoi (coppe per libagioni), con racemi e foglie.

Lo strappo

Ieri, sotto la supervisione delle funzionarie della Soprintendenza, gli archeologi della ditta “Phoenix” hanno liberato le prime due porzioni di mosaico. La più piccola, con il lacerto rinvenuto nel lato più verso via Righi, verrà probabilmente utilizzata per mostrare le tecniche costruttive. Ad impegnare di più gli archeologi è stata invece la porzione più grande strappata dal disegno più ampio, apparso il lato di strada più vicino al tunnel che porta in corte Dandini. In un punto poco agevole per via degli spazi ridotti e delle tubature presenti è stata asportata la parte subito sopra la pantera, più vicina alla vetrina della gastronomia “Orocarni”.

Prima della rimozione, che viene fatta a mano, la superficie del mosaico è stata ripulita con cura e velata; sono state cioè applicate delle tele sulla faccia superiore del mosaico che tengono unito e protetto il disegno.

Il restauro

Con questa fase il mosaico lascia quindi definitivamente la sede che lo aveva conservato intatto per secoli e si appresta a trovare nuova casa al Museo archeologico. Qui verrà non solo esposto, ma anche restaurato e ai cittadini, soprattutto agli alunni, verrà data la possibilità di assistere almeno a parte dei lavori. Il restauro comincerà in autunno, proprio perché è soprattutto alle scolaresche che si vuole dare la possibilità di assistere da vicino al lavoro dei restauratori, facendo di questi momenti un'occasione unica di didattica. E chissà che non diventi fonte di ispirazione per futuri archeologi e restauratori.

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