Ossa da esaminare per svelare la verità su Malatesta Novello

Cesena

CESENA. Cesena riapre la tomba di Malatesta Novello e nuovi segreti si apprestano ad essere svelati nella storica biblioteca. A 600 anni anni dalla nascita del magnifico signore, prende il via oggi un progetto d’indagine archeologica ed antropologica su quelli che si ritengono essere i resti di Malatesta Novello, che oggi riposano nella parete di fondo dell’aula del Nuti. Le spoglie verranno esaminate per verificare se davvero appartengano al fondatore della prima biblioteca civica al mondo. La lapide che ne nasconde l’urna funeraria sarà rimossa sabato.

Il progetto - spiega l’assessore alla cultura Christian Castorri - è promosso dalla Biblioteca, «su grande richiesta del comitato scientifico» e si tratta di «una vera e propria ricerca scientifica e non un’attività sensazionalistica». Verrà condotta dal medico e paleontologo romagnolo Francesco Maria Galassi, senior researcher dell’Università di Flinders Australia, assieme ad un'equipe internazionale dell’Università di Zurigo. Le operazioni saranno condotte sotto la sorveglianza dei responsabili della Sopraintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Riminidi: Cinzia Cavallari per la parte archeologica ed Emilio Agostinelli per quella architettonica. I costi per il Comune - fa sapere il sindaco Paolo Lucchi - saranno vicini allo zero, in quanto «sostenuti dall'Università».

Un mistero da svelare

I motivi che hanno spinto il comitato scientifico della Malatestiana a chiedere l’apertura della tomba del Novello, collocata il 16 agosto del 1812, al termine di due giorni di festeggiamenti solenni per l’intera città, nell’aula del Nuti, dopo aver traslato le spoglie da quella che era considerata la sepoltura di Malatesta, ai piedi di una parete esterna della chiesa di San Francesco, vengono spiegate così da Paola Errani, responsabile della biblioteca antica: «In 200 anni i rimaneggiamenti di queste spoglie sono stati tanti. L’indagine antropologica servirà a capire se davvero quei resti sono del signore di Cesena. In caso contrario, si vuole mantenere la memoria del fondatore della biblioteca». Sempre che, una volta rimossa la lapide, si trovino eventuali resti ossei utili all’indagine, spiega Galassi, contattato telefonicamente a Zurigo.

Il ricercatore

«Bisogna prima di tutto capire se c’è qualcosa sepolto dietro la parete - è la premessa del ricercatore, che in passato ha già studiato altri membri della famiglia Malatesta, come Pandolfo III di Rimini - Per questo serve effettuare una serie di analisi: prima di tutto una diagnostica della parete e dopo la rimozione della lapide una ricognizione fotografica e la catalogazione dei reperti rinvenuti, di quanto preservato, frutto di varie aperture e riposizionamenti nel passato di queste spoglie. Poi si procederà ad un micro-campionamento del tessuto per gli esani diagnostici». Fra questi - continua a spiegare Galassi - il più importante sarà quello del radio carbonio, che sarà effettuato nei laboratori di Zurigo. Permetterà di avere una datazione di queste ossa, «così da vedere se il periodo è compatibile con quello del signore di Cesena. Ma per capire se si tratta davvero di Malatesta Novello si potrebbe poi procedere con un’analisi genetica preliminare, perché lo stato di preservazione del Dna antico è fondamentale e di solito si preserva in quantità limitata. In base a quello che troveremo, un eventuale confronto si potrebbe fare con il cranio attribuito a Leonida Malatesta. Per ora non mi sento di fare promesse su quanto troveremo. Ad ogni modo, la ricerca è importante per la storiografia dei Malatesta».

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