Morto in moto a 14 anni nell’incidente a S. Egidio di Cesena: l’amico imputato ha testimoniato in aula 3 ore


Morì a nemmeno 15 anni mentre viaggiava in sella alla sua moto. A processo per omicidio colposo c’è l’amico, allora coetaneo, con cui stava trascorrendo la giornata.
Il ragazzo, imputato di questa pesante accusa, è a giudizio per l’incidente avvenuto nell’estate del 2019 davanti al Collegio del Tribunale dei minorenni di Bologna (presidente Carmela Italiano, con i giudici Chiara Alberti, Maria Grazia Liotta e Giordano Barioni). Oggi ha 19 anni e (dopo quei fatti non vive più a Cesena) è difeso dall’avvocato Paolo Ghiselli, nell’aula dove l’accusa è sostenuta dal pm Caterina Salusti.
Il procedimento apertosi dopo i rilievi del sinistro esegui dalla polizia locale, verte sul fatto che le moto dei due amici fossero affiancate. E che ci stato un urto quindi “tra i manubri” delle stesse a causare la sbandata fatale. Ieri in aula l’imputato ha testimoniato per circa tre ore. Incalzato dalle domande di accusa e difesa ha ribadito quanto sempre sostenuto: di aver sentito un urto posteriore. Una sorta di tamponamento subito su cui (come scritto anche in sms agli amici intercettati dagli investigatori) non avrebbe avuto parte attiva nella possibilità di evitarlo. E per le cui conseguenze fatali è sempre stato disperato. L’imputato nel tempo ha dovuto cambiare prima scuola e poi città. Ora è uno studente di Ingegneria. La vittima aveva il foglio rosa e non era esperto d guida dello scooter: così come sempre accade a tutti a quell’età. Il collegio giudicante ha deciso di conferire un incarico di ricostruzione dell’incidente ad un suo perito. Che ha ascoltato la testimonianza dell’imputato in aula. Esaminerà anche le due moto coinvolte nell’incidente. E darà alle parti la sua ricostruzione della dinamica del sinistro nella prossima udienza calendarizzata per il mese di giugno.