Morte di Marco Pantani, aperta la terza indagine

Cesena

Un fascicolo per omicidio a carico di ignoti. Il terzo aperto da quella tragica notte di San Valentino del 2004, quando Marco Pantani fu trovato privo di vita nella stanza del residence “Le Rose”. A indagare, anche questa volta, dopo l’informativa inviata dalla commissione antimafia al Tribunale di Rimini a seguito delle “rivelazioni” fatte da amici degli amici sulla morte del Pirata, il procuratore capo della Repubblica Elisabetta Melotti e il sostituto procuratore Luca Bertuzzi. E proprio davanti a quest’ultimo magistrato, accompagnata dall’avvocato Fiorenzo Alessi che con il figlio Alberto adesso l’assistono, alcune settimane fa si è seduta Tonina, la mamma di Marco Pantani.

Un fascicolo per omicidio a carico di ignoti. Il terzo aperto da quella tragica notte di San Valentino del 2004, quando Marco Pantani fu trovato privo di vita nella stanza del residence “Le Rose”. A indagare, anche questa volta, dopo l’informativa inviata dalla commissione antimafia al Tribunale di Rimini a seguito delle “rivelazioni” fatte da amici degli amici sulla morte del Pirata, il procuratore capo della Repubblica Elisabetta Melotti e il sostituto procuratore Luca Bertuzzi. E proprio davanti a quest’ultimo magistrato, accompagnata dall’avvocato Fiorenzo Alessi che con il figlio Alberto adesso l’assistono, alcune settimane fa si è seduta Tonina, la mamma di Marco Pantani. Un’audizione come persona informata dei fatti, durata quanto basta per spiegare al pubblico ministero come il suo più grande desiderio, dopo aver capito che in quella stanza del residence “Le Rose” non può essere entrato nessuno quel giorno maledetto, è comprendere chi ha spinto quel professionista amato da milioni di appassionati delle due ruote e non solo, a imbottirsi di cocaina e poi di quegli psicofarmaci che, come stabilito nella seconda inchiesta, sono stati la causa del decesso. Se mamma Tonina ha fatto solo un excursus “passionale” o ha offerto qualche spunto d’indagine al pubblico ministero, lo si saprà dagli eventuali futuri sviluppi.

La genesi


A far riaccendere i riflettori sulla vicenda, come detto, per la terza volta (le precedenti, confermate anche dalla Cassazione, hanno categoricamente escluso l’omicidio) alcune dichiarazioni fatte nel settembre del 2019 in commissione Antimafia da Flavio Miradossa, il pusher di fiducia di Pantani e dall’ex generale della Guardia di finanza Umberto Rapetto presentatosi come consulente della famiglia Pantani di cui però mamma Tonina, ai suoi nuovi legali, ha detto di non esserne assolutamente a conoscenza, solo una delle scoperte fatta molto di recente con l’aiuto degli avvocati Fiorenzo e Alberto Alessi.
Davanti alla Commissione parlamentare antimafia presieduta dal senatore Nicola Morra (M5s), si era quindi presentata anche il procuratore capo Elisabetta Melotti che aveva ripercorso nel dettaglio tutte le fasi delle due precedenti indagini condotte dalla procura di Rimini, sotto la guida di altrettanti suoi predecessori.
Le indagini della prima ora individuarono le due persone che cedettero la cocaina al Pirata (nessuna delle quali appartenente a clan o coinvolta in procedimenti di criminalità organizzata). Il Gip Vinicio Cantarini nel decreto di archiviazione dell’inchiesta-bis - confermata in Cassazione - definì quella dell’omicidio «un’ipotesi fantasiosa priva di fondamento».

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