Macfrut, la fine dell’era Piraccini nelle due lettere in 48 ore: scatta il toto successore

Il dado è tratto: quello che culminerà nell’edizione 2026 di Macfrut sarà l’ultimo giro di valzer per Renzo Piraccini nella sua veste di presidente di Cesena Fiera e timoniere del Macfrut. Su questo non sembrano esserci dubbi e semmai l’incognita potrebbe essere una decisione del manager 75enne di dimettersi prima della scadenza naturale del suo mandato, nella prossima primavera. Da quanto è trapelato, in più di un incontro aveva paventato questa possibilità e anche nella lettera che ha inviato il 15 settembre agli azionisti ne aveva fatto cenno, anche se in modo meno ultimativo rispetto a quanto aveva fatto a voce. Di recente aveva detto in modo chiaro che pensa che ci sarebbe bisogno di almeno un paio di anni in più, e quindi almeno fino a metà 2028, per preparare la “successione”. I più pensano che comunque, anche dopo la brusca risposta dei quattro principali soci (Comune di Cesena, Camera di Commercio della Romagna, Protand Srl e Italian Exhibition Group Spa), Piraccini resterà in sella fino al Macfrut 2026. Un po’ per senso di responsabilità e ancor più perché ama profondamente quella manifestazione, che sente come una sua creatura.

La vice presidente si dimette

Che l’aria sia pesante lo si intuisce però anche dalla decisione di dimettersi presa dalla vice presidente, la sarsinate 62enne Catia Guerrini. Lo ha comunicato alcuni giorni fa, parlando di scelta fatta per impegni sopraggiunti, ma fino a ieri la notizia non era circolata. È evidente che le complicazioni esplose hanno inciso sulla sua uscita di scena.

Toto-nomi per il successore

Intanto, come è inevitabile in questi casi, ci si inizia a interrogare su chi potrebbe raccogliere l’eredità di Renzo Piraccini. Lui non ha fatto mistero di ritenere che dovrebbe essere «un manager prestigioso che conosca bene il settore ortofrutticolo e abbia una visione internazionale», come ha scritto nella lettera inoltrata agli azionisti. Almeno tre membri del cda sembrano corrispondere a questo profilo. Quello che probabilmente sarebbe il suo preferito è Ernesto Fornari, di Apofruit, la cooperativa che Piraccini ha guidato a lungo. Ma anche Patrizio Neri, dell’impero dei kiwi “Jingold” e presidente regionale di “Fruit imprese”, ed Enrico Turoni, di “Cermac”, sembrano avere le carte in regola. Roberto Graziani è un altro papabile, che non è più nel cda ma ne ha fatto parte: ha uno spessore imprenditoriale (ma ha maturato anche un’esperienza più orientata al management, come ex presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena) e si è affermato nel settore del packaging, contiguo a quello agroalimentare. Un outsider potrebbe essere Lorenzo Tersi, che ha una caratterizzazione più istituzional-manageriale ed è esperto di produzioni vinicole.

Anche se ci sarà ovviamente un confronto con gli altri soci, la decisione su chi sarà il futuro presidente di Cesena Fiera spetta al Comune di Cesena, e quindi al sindaco Enzo Lattuca. Così prevede lo Statuto, anche se Cesena non ha la maggioranza assoluta di quote, ma un terzo del totale. Gli altri azionisti maggiori (in tutto sono 22 quelli che compongono la compagine sociale) sono, nell’ordine, le due realtà riminesi Italian Exhibition Group Spa (20%) e Prostand Srl (15,3%) e la Camera di Commercio della Romagna (7,87%).

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