Luce e gas, bollette alle stelle. "Gli aiuti alle famiglie non bastano"

Cesena

L’auspicato intervento del Governo per calmierare i prezzi e porre un freno agli annunciati rincari delle bollette di luce e gas è arrivato, ma come si tradurrà nelle tasche dei cittadini dopo che le stime del ministro alla transizione ecologica Roberto Cingolani parlavano inizialmente di “rincari attorno al 40% per l’elettricità e al 31% per il gas”? Darà veramente respiro a famiglie (e imprese) già minate dalla lunga battaglia contro il coronavirus che per oltre un anno ha paralizzato l’economia e ha visto diverse persone finire in cassa integrazione o a casa dal lavoro? Federconsumatori da sempre tiene alta l’attenzione, facendo repentine proiezioni delle conseguenze numeriche ed economiche delle varie manovre e il presidente provinciale di Rimini Graziano Urbinati qualche giorno fa aveva calcolato in circa 670 euro a famiglia il balzello supplementare annuo. Ora si presta a un nuovo punto della situazione, parlando di «una pezza messa a questo aumento sconsiderato che non chiude il buco», auspicando «una riforma strutturata del sistema» e avanzando una serie di richieste allo stesso Governo e a chi si candida ad amministrare Rimini nei prossimi anni.

Urbinati, avevate calcolato un più 110 euro annui per l’energia elettrica e più 281 euro annui per il gas, a cui vanno sommati i costi del carburante e dei mezzi di trasporto per altri 100 euro annui, cui si aggiungono per spese energetiche ulteriori 178 euro annui. Con questa manovra cosa cambia?

«L’intervento del Governo per calmierare i prezzi dell’energia sarà di 3,4 miliardi di euro e si articolerà intervenendo sull’Iva sul gas per un 5% e sugli oneri di sistema in fatto di elettricità, che saranno sospesi fino a dicembre. Da un nostro calcolo questo inciderà su un 10% della bolletta, che dunque crescerà con questa percentuale in meno sulle previsioni iniziali. E’ però evidente che c’è un problema strutturale e che bisogna intervenire su questo non con soluzioni a tampone. Già nel 2018 come Federconsumatori indicemmo una raccolta firme nazionale e presentammo in Parlamento una proposta di riforma del sistema delle bollette in cui chiedevamo di intervenire in primis sulle accise e poi sugli oneri di sistema, visto che paghiamo tassazioni per voci obsolete come ad esempio il nucleare».

Come traduce questo sistema di cui parla in numeri?

«Se prendiamo una bolletta del gas da 41 vediamo che la spesa per la materia prima è di 13,47 euro, meno di un terzo: il resto sono costi di trasporto, gestione contatore, oneri di sistema, Iva, imposte e quant’altro. Senza la riforma auspicata si continuerà a gravare sulle famiglie. Bisogna agire su più piani. Anche perché questi rincari sono figli anche e soprattutto della maggiore richiesta di energia da parte dell’industria che si rimette in moto e dell’aumento delle emissioni Co2: è una bufala dire che paghiamo la transizione ecologica, paghiamo in realtà l’energia sporca. Senza considerare il sistema penalizzante che ci carica di oneri indiretti. E’ questo che comporta i rincari sconsiderati».

Come intervenire allora?

«Di certo, non solo con una riduzione dell’Iva come quella proposta, visto che essendo generalizzata e non modulata proporzionalmente sui redditi non agevolerà le famiglie più in difficoltà ma i redditi alti: è necessario andare a rifinanziare anche i Bonus Energia che possono essere richiesti con l’Isee, così come lo è l’istituire un Albo delle società che operano nel campo dell’energia (oggi è un Far West) un Fondo per le morosità che eviti a chi non riesce a pagare di ritrovarsi con luce e gas staccati immediatamente».

Questo a Roma e su Rimini e in Romagna cosa auspicate?

«Come Federconsumatori chiediamo ai candidati sindaco di aprire un tavolo con le associazione dei consumatori per mettere in campo misuri ulteriore attraverso cui calmierare e aiutare i riminesi in difficoltà. E’ importante che a quei tavoli ci siano anche esperti di consumo, perché aumenti di 600 euro possono mettere in ginocchio le famiglie».

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