La violenza dei “piacioni”: approcci e inviti a cena. Denuncia da Cesena

Cesena

CESENA. Apprezzamenti, inviti a cena in privato nei confronti di funzionarie sindacali da parte di consulenti, avvocati e imprenditori. Atteggiamenti inopportuni a cui fanno da contraltare attenzione e rispetto verso i colleghi uomini. La violenza di genere nei luoghi di lavoro non è un fatto isolato né un’emergenza temporanea. è purtroppo il frutto di rapporti di potere profondamente squilibrati, di una cultura patriarcale ancora radicata e di una struttura occupazionale che continua a precarizzare la vita delle lavoratrici. La precarietà diventa così una gabbia: costringe a subire, a tacere, a non denunciare magari per paura di perdere quel poco che si ha.

Il fenomeno

Negli ultimi tempi nella provincia di Forlì-Cesena le segnalazioni di molestie e violenze subite nel posto di lavoro sono aumentate, a fronte però di imprese che spesso non si fanno carico di queste situazioni. Ma il dato riguarda appunto anche atteggiamenti, comportamenti sessisti e sconvenienti ed offensivi nei confronti di rappresentanti sindacali donne. La Cgil negli ultimi due mesi ha avuto ben tre segnalazioni secondo quanto emerso nel corso della conferenza stampa tenuta alla Cgil di Cesena per presentare “Non chiamatelo raptus”, organizzato dall’associazione Ipazia Liberedonne in collaborazione con Apeiron e Cgil, che prevede domani un incontro pubblico con Anarkikka, autrice e vignettista, e altri nelle fabbriche con le lavoratici del Cesenate.

Secondo i dati Istat sono 2 milioni e 68mila le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito una qualche forma di molestia o un ricatto per ottenere un lavoro e/o avere un avanzamento di carriera. Rappresentano circa il 15% del totale delle donne tra i 15 e i 70 anni. Oltre il 13% delle lavoratici ha dichiarato molestie sul lavoro ed oltre l’80% ha subito una qualche discriminazione di genere. Negli ultimi tre anni è risultato più frequente per una donna subire un ricatto sessuale per mantenere il suo posto di lavoro oppure ottenere avanzamenti di carriera o per essere assunta, se è una professionista che lavora nelle attività commerciali o nei servizi oppure se è un’impiegata. La maggior parte delle donne non denuncia i ricatti subiti (87,7%). A livello locale, il mercato del lavoro mostra una forte disparità: nella nostra provincia il tasso di occupazione femminile supera il 72%, ma il divario retributivo annuo tra uomini e donne arriva al 32%. «I dati locali mostrano un aumento delle segnalazioni di molestie violenze sui luoghi di lavoro, che non sono spazi poi così protetti - ha dichiarato Maria Giorgini segretaria generale della Cgil Forlì-Cesena -. Spesso accade che le aziende non risolvano e non prendano in carico le situazioni di molestie segnalate, come invece vuole il decreto 81, il testo unico sulla sicurezza che prevede l’obbligo di valutare anche il rischio di molestie e violenze da parte del datore di lavoro. Solo la scorsa settimana sono venute da noi alcune donne a segnalare casi, anche fra pari e colleghi, di cui l’azienda non si era fatta carico. Non vediamo da parte di alcune imprese la volontà di prendersi carico di queste situazioni».

L’azione dei consultori

A tale proposito la Giorgini ha parlato del protocollo d’intesa sottoscritto fra sindacati, Regione e Ausl per la presa in carico di vittime di molestie e violenza sul luogo di lavoro da parte dei consultori. «Se da un lato le segnalazioni di donne aumentano, frutto anche della presa di coscienza delle persone, registrano però un inquietante arretramento culturale nei luoghi di lavoro che ci preoccupa molto - continua Giorgini -. In alcune imprese le funzionarie sindacali donne non vengono riconosciute per il loro ruolo, ma sminuite con comportamenti sessisti, sconvenienti ed offensivi volti a sminuire il ruolo di queste donne che subiscono apprezzamenti poco opportuni. Anni fa non accadeva, si sono come sdoganate pratiche e modalità di dialogo che alimentano anche nel nostro territorio forme di piccole ma importanti molestie e vessazioni anche nei confronti di chi ricopre un ruolo sindacale”. L’evento “Non chiamatelo raptus” vuole proprio andare a sviscerare tali tematiche, soprattutto con gli incontri nelle aziende in tre assemblee sindacali previste per il 26 e 27 novembre presso le ditte Cac, Repa Italia e MB mangimi. Sarà Stefania Spanò, in arte Anarkikka, a tenere gli incontri con lavoratrici e lavoratori sulla violenza di genere nei luoghi di lavoro.

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