La spedizione da Cesena all'Ucraina torna dopo aver salvato un attivista VIDEO

Cesena

Quando l’ultimo controllo è stato superato il van numero 5 della carovana Safe Passage di Mediterranea partito giovedì scorso da Sorrivoli, è esploso di gioia. Volodymyr era finalmente di nuovo in Europa con gli attivisti di Mediterranea. Volodymyr, cittadino italiano di Mogliano Veneto di origini ucraine, che era bloccato a Leopoli. Era entrato un paio di giorni prima della guerra per il funerale del padre.


Sotto legge marziale

Il 24 è cominciata l’invasione, il 25 è stato quello della fuga per lasciare Kiev con le macchine incolonnate per andare a Leopoli. E al momento di tornare, la scoperta che agli occhi della polizia di frontiera era un cittadino ucraino, perché era quello il passaporto timbrato in ingresso, e che avendo 56 anni, la legge marziale si applicava anche a lui, che ormai, «…Essendo in Italia dal ’97, ho vissuto più in Italia che in Ucraina».
Quel timbro sul passaporto ucraino invece che su quello italiano era dovuto a un suggerimento di un poliziotto all’arrivo in Ucraina «se avessi usato quello italiano avrei dovuto fare 10 giorni di quarantena e non avrei potuto seppellire mio babbo. Era impossibile immaginare allora cosa sarebbe successo dopo».
Quando domenica mattina è tornato alla frontiera con Mediterranea, era la quarta volta che tentava di uscire. Fondamentale è stato il ruolo dell’associazione che da quando ha incontrato la storia di Volodymyr ha fatto di tutto per poterlo riportare a casa, studiando gli strumenti legali che ne avrebbero consentito il passaggio sicuro verso l’Europa.
La documentazione era tutta pronta, ma all’arrivo in frontiera le guardie non le consideravano, chiedevano documenti ulteriori e facevano pressioni: «In particolare le guardie donne gli chiedevano in modo insistente perché non voleva combattere per il Paese, e a più riprese hanno minacciato di arrestarlo».


Il dialogo tra ambasciatori

A questo punto è stato fondamentale la pressione esercitata a tutti i livelli dalla società civile, dalla politica, sulla Farnesina perché si occupasse di quello che stava succedendo a questo cittadino italiano. Fondamentale è stato l’intervento personale dell’ambasciatore Zazo, che ha contattato l’ambasciatore ucraino in Italia, che ha contattato la guardia di frontiera.
L’accordo, concretizzato ieri mattina, prevedeva l’emissione da parte dell’ambasciata italiana di un nuovo documento temporaneo sostitutivo del passaporto, sul quale non avrebbe potuto esserci alcun timbro di entrata.
«Ieri mattina abbiamo accompagnato Volodymyr in ambasciata e poi di nuovo alla frontiera. La pressione politica e mediatica esercitata anche dai garanti di Mediterranea tra cui il sottosegretario Dalla Vedova, dalla politica, da amministratori, tra cui anche Lattuca (il sindaco di Cesena), consiglieri regionali, ma anche dalla società civile, ha fatto in modo che l’ordine di esecuzione dell’accordo arrivasse attraverso la linea gerarchica fino alla guardia Frontiera di Korczowa e alle 14 abbiamo finalmente potuto attraversare il confine ucraino con Volodymyr».

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