«Io, eletto nel quartiere feudo della destra di Cesena»

«Non ho molto tempo, ma mi sono detto che è un sacrificio che posso fare». Baba Niang, 54 anni, originario del Senegal e residente a Borello da quasi vent’anni, quando si è candidato per il quartiere Borello lo ha fatto spinto dalla voglia di rendersi utile per la comunità borellese e in particolare per cercare di dare rappresentanza a chi di solito ne ha meno, le comunità straniere.
La scelta
Quella di candidarsi, racconta, «È stata una scelta quasi naturale. Quando ho saputo delle lezioni di quartiere mi sono informato e ho scoperto che non si candidava nessun straniero. Oggi Borello è un mondo in miniatura, ci vivo tunisini, marocchini, albanesi… Serviva qualcuno che li rappresentasse e così mi sono detto che potevo farlo». Una scelta spinta anche dalla constatazione che spesso sono proprio queste persone quelle che meno hanno accesso alle informazioni: «Quando ci sono cantieri, oppure iniziative in piazza... Io spesso non so nemmeno come funzionano le cose, perché vengono fatte alcune scelte invece di altre. E come non lo so io non lo sanno tante persone straniere come me. Ho deciso di candidarmi per essere informato e poter così informare a mia volta».Divisione incomprensibile
Alle ultime elezioni Borello ha consolidato il suo essere “roccaforte della destra” a Cesena, qui la Lega alle ultime amministrative ottenne quasi 15 punti percentuali in più rispetto al risultato totale ottenuto in città. Un risultato che fu apice di un percorso che cominciò ad accelerare 3 anni fa quando una parte della comunità di Borello si oppose duramente all’apertura di un centro di accoglienza straordinaria che avrebbe accolto 15 richiedenti protezione internazionale. «Io vivo a Borello dal 2001, quando mi sono trasferito da Meldola per avvicinarmi ad Amadori dove avevo cominciato a lavorare. Non avevo mai notato particolari problemi prima di allora. Fu quando montò quella protesta che è cominciato questo questo discorso degli extracomunitari a Borello, questa divisione tra destra e sinistra».«Mi rendo conto che alcuni ancora non capiscono che la diversità è ricchezza, noi che abbiamo la fortuna di aver girato un po’ abbiamo imparato quanto sia importante. Chi non è d’accordo non si rende conto che il mondo oggi è cambiato, è come un villaggio, dobbiamo essere aperti».