Inflazione al 4,8%: dal 1996 non si registrava un dato così alto
Nel mese di gennaio 2022, si stima che l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dell'1,6% su base mensile e del 4,8% su base annua (da +3,9% del mese precedente), confermando la stima preliminare. Lo comunica l'Istat diffondendo il dato definitivo, che conferma la stima diffusa il 2 febbraio. "L'inflazione a gennaio registra una forte accelerazione, raggiungendo un livello (+4,8%) che non si registrava da aprile 1996, quando il NIC registrò la medesima variazione tendenziale", spiega l'Istituto di statistica.
"I Beni energetici regolamentati trainano questa fiammata con una crescita su base annua mai registrata, ma tensioni inflazionistiche crescenti si manifestano anche in altri comparti merceologici", spiega l'Istat. In particolare, per i prezzi dei Beni energetici si passa da +29,1% di dicembre a +38,6%, con quelli della componente regolamentata che schizzano da +41,9% a +94,6%. In misura minore l'accelerazione è invece dovuta ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da +22,0% a +22,9%), dei Beni alimentari non lavorati (da +3,6% a +5,3%) e a quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,3% a +3,6%); da segnalare, invece, il rallentamento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,6% a +1,5%).
Accelerano i prezzi del cosiddetto 'carrello della spesa': i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +2,4% di dicembre a +3,2%). E l'inflazione acquisita per il 2022 è pari a +3,4% per l'indice generale e a +1,0% per la componente di fondo.
Nei capoluoghi delle regioni e delle province autonome e nei comuni non capoluoghi di regione con più di 150mila abitanti l'inflazione più elevata si osserva a Bolzano (+6,2%), Trento e Trieste (+5,9% per entrambe), mentre le variazioni tendenziali più contenute si registrano a Milano (+3,9%) e Torino (+3,8%)