In sella al “cinquantino” per 300 km tra Tirreno ed Adriatico: imprese di un gambettolese e due cesenati



Un gambettolese e due cesenati su mezzi d’epoca alla “Tirreno-Adriatico per 50 Cinquantini”. I tre centauri, già colleghi nella polizia municipale di Cesena, hanno viaggiato da Viareggio a Cervia, partendo sabato 5 luglio da piazza Maria Luisa, nella città toscana. Era la prima edizione di una manifestazione riservata a ciclomotori omologati Asi, ossia di interesse storico. La manifestazione motoristica ha caratteristiche uniche. Dopo aver attraversato le salite dell’Appennino, il gruppo ha percorso la piatta Pianura Padana. Il tutto è stato organizzato dall’Ams Bagni della Porretta, storico automotoclub con sede a Porretta Terme, che ha appassionato gli amanti delle piccole due ruote, impegnati per due giornate, con una sosta notturna a Porretta Terme.
L’iniziativa ha visto la partecipazione di 15 mezzi storici, visto che ormai in circolazione non ce ne sono più tanti in grado di affrontare oltre 300 chilometri, con molte salite ripide. I gloriosi “cinquantini” sono icone a due ruote che hanno segnato un’epoca.
Tra i partecipanti anche un 83enne: tutti i mezzi sono giunti a destinazione a Cervia, nel pomeriggio del 6 luglio.
Il terzetto di partecipanti residenti nel Cesenate è accomunato dalla passione per i motori e anche da un passato professionale condiviso nella polizia municipale di Cesena. Sono Antonio Di Virgilio, pensionato da un anno, che è stato l’ideatore, in sella a un ciclomotore Romeo del 1972; Emiliano Paesani, alla guida di un Vicini Friend del 1982, e Gianluca Brunelli, con un classico Piaggio Ciao del 1982. Brunelli e Paesani sono ancora in servizio attivo, uno a Cesena e l’altro a Rimini.
I tre hanno affrontato il viaggio con entusiasmo e spirito d’avventura, tra salite appenniniche e discese verso la costa, spinti dal rombo nostalgico dei loro Cinquantini.
«La Tirreno-Adriatico è una rievocazione tecnica e sportiva - riferisce Paesani - ma anche un’occasione di amicizia, storia e passione, capace di unire generazioni e territori nel segno della mobilità lenta e del motorismo d’epoca. Abbiamo vissuto grandi emozioni, con qualche timore sulla tenuta dei motori, che con 40 anni d’età e il raffreddamento ad aria, hanno patito come noi il caldo torrido di quei giorni. È stata un’affascinante avventura, circondati da paesaggi la cui bellezza ci ha ripagato della fatica e dei sacrifici».