In più di 300 alla manifestazione per la pace tra Israele e Palestina in centro a Cesena















Erano più di trecento le persone che ieri hanno marciato dai giardini pubblici a piazza del Popolo uniti nell’appello a «prendere per mano la pace». Tra loro anche tanti e tanti della comunità islamica cesenate. Qualcuno aveva le candele, altri per la fiaccolata hanno fatto affidamento alla torcia del cellulare, tutti e tutte hanno camminato insieme per condannare la violenza della guerra, le uccisioni dei civili.
Le uniche parole che risuonano al microfono sono quelle dell’appello della Rete italiana Pace e Disarmo. «Condanniamo l’ignobile e brutale atto di aggressione di Hamas contro la popolazione civile israeliana, contro anziani, bambini, donne, in spregio di ogni elementare senso di umanità e di civiltà, alla quale si è aggiunta la barbara pratica della presa di ostaggi». Una condanna che non ammette «giustificazione alcuna per l’operato di Hamas», pur riconoscendo «la disperazione e l’esasperazione del popolo Palestinese, vittima da decenni dell’occupazione, della restrizione delle libertà, della demolizione delle case, dell’espropriazione dei terreni». «La nostra condanna contro ogni forma di violenza, di aggressione e di rappresaglia contro la popolazione civile, sia Palestinese, sia Israeliana è assoluta». Ad Hamas la piazza chiede il rilascio degli ostaggi e la fine di ogni ostilità per il bene del popolo palestinese. A Israele di non reagire «con la sua potenza militare contro la popolazione della Striscia di Gaza o usare metodi di rappresaglia come togliere cibo, luce, acqua ad una popolazione anch’essa ostaggio della violenza di Hamas, senza vie di fuga».
All’Onu chiedono di assumersi «la propria responsabilità di organo garante del diritto internazionale chiedendo alle parti l’immediato cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi, il rispetto dei diritti umani» e l’urgente convocazione di una Conferenza di pace «che risolva, finalmente, la questione Palestinese applicando la formula dei “due Stati per i due Popoli”».