Mangeremo sempre più alghe? "Sono più proteiche degli insetti" L'analisi di Algolab a Ravenna

In futuro mangeremo sempre più alghe? La domanda può sembrare bizzarra, ma in realtà ogni giorno sta diventando sempre più giusto porsela. Per gli amanti dei ristoranti giapponesi forse il salto di paradigma potrebbe non essere poi così enorme, ma per chi nelle alghe vede più che altro la causa di un mare “sporco”, anche solo l’idea potrebbe lasciare molto a desiderare. Da cinque anni, tuttavia, la maggior parte dei fondi ministeriali ed europei dedicati al grande mondo delle alghe e delle microalghe sono indirizzati verso lo studio dei loro valori nutrizionali. In particolare, come spiegano dall’Algolab di Ravenna, l’obiettivo primario è quello di analizzare le qualità proteiche di questi organismi.
Questo sembra dirla lunga su quale sarà l’alimentazione del futuro. In questi anni si è infatti parlato molto delle proprietà nutritive degli insetti, ma a quanto pare le alghe sarebbero di gran lunga più proteiche. «Stiamo conducendo diverse analisi proprio su questo orizzonte» conferma la professoressa Rossella Pistocchi del Laboratorio di biologia delle alghe. Il perché i denari pubblici siano tutti indirizzati verso questi studi è piuttosto facile da capire. Secondo la Fao (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) le emissioni legate all’allevamento rappresentano, infatti, circa il 15% delle emissioni annue di gas serra causate dall’essere umano. E, secondo altri centri di ricerca, si tratterebbe addirittura di una stima al ribasso. Va da sé che, con una popolazione in continuo aumento, trovare nuovi metodi per alimentarsi va nella direzione ormai globale di salvaguardare il pianeta su cui viviamo.

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