In 500 a Cesena per chiedere la verità per Cristina Golinucci e Chiara Bolognesi VIDEO

Erano in 500 ad accompagnare in corteo Marisa Degli Angeli, la mamma di Cristina Golinucci, nel tragitto tra il Duomo e piazza del Popolo. Molte più persone presenti che candele disponibili alla fiaccolata organizzata per sensibilizzare, ad oltre 30 anni dai fatti, sui casi della 21enne di Ronta e di Chiara Bolognesi, le due ragazze scomparse tra settembre ed ottobre del 1992. La seconda ritrovata morta nelle acque del fiume Savio, la prima ancora avvolta in un oblio fatto di sofferenza ed assenza; con la procura della repubblica che, a distanza di tanto tempo, ha nuovamente riaperto le indagini sui casi, puntando il mirino (pur senza indagati iscritti a registro) contro un possibile mostro. Non lo storico sospettato, un sudafricano condannato per stupro che era ospite del convento dei frati Cappuccini; ma una persona cesenate, attiva negli ambienti della chiesa e del volontariato, che potrebbe avere strappato tutte e due le ragazze alla vita ed agli affetti dei propri cari.
Uno striscione ha accompagnato il corteo silenzioso e rispettoso. Poi Marisa Degli Angeli, la mamma di Cristina Golinucci, come tante volte in questi anni ha preso la parola al microfono. Per ribadire la sua richiesta di verità.
«Simo qui per non dimenticare. Come non dimentico le ultime parole di Cristina, i suoi 20 anni, la sua assenza dolorosa. Un peso mentale e psicologico che mi accompagna. Le mamme delle persone scomparse, quelle dell’associazione Penelope che mi affianca, scavano, piangono, camminano forte anche quando le gambe non reggono più. Perché non vogliono morire senza sapere “un come e un perché”. La mia battaglia dura da più di 30 anni. Che sono stati pieni di trabocchetti ed inciampi anche causati da chi credevo mi potesse portare sostegno e conforto. Le mele marce esistono, in tutti i contesti. Ma non posso odiare tutte le rose soltanto perché una una volta mi ha punto. Sono una donna di fede e come tale voglio morire. Chiedo scusa se a volte sono stata ruvida. Ma è stato per le tante porte in faccia che a volte io e la mia famiglia abbiamo ricevuto nella ricerca della verità. Non ho mai alzato un dito contro nessuno. Ho sempre e solo raccontato i fatti invocando giustizia. Così come stiamo facendo ora per queste due ragazze, Cristina e Chiara, che adesso si ipotizza possano essere state portate via dalla stessa anima nera. Prego per la verità. Per gli inquirenti e gli investigatori che stanno provando a farla emergere; ed abbraccio tutti coloro che in questo tanto tempo anche solo con una parola, la propria vicinanza o un racconto mi hanno fatto capire quanto ostinatamente si stia ancora cercando Cristina. Ci sono le mele marce e le anime nere, ma ci sono anche tutte queste tante persone invece da ringraziare».
Il sindaco Enzo Lattuca, dallo stesso microfono di piazza del Popolo ha ribadito «Che Cesena con questa fiaccolata manda un messaggio chiaro. Anche nella giornata dedicata alla donna i fatti di cronaca ci mostrano violenza e morte. Due nostre concittadine sono state strappate ai loro affetti. Da questa piazza deve ripartire il messaggio. Chiunque possa dare un aiuto ed una testimonianza, anche un piccolo frammento, per arrivare alla verità, sappia che il suo aiuto è importante».
Marisa Degli Angeli e il sindaco mezzora prima della fiaccolata si erano trovati assieme davanti alle telecamere del Tg 3 Regionale. Per lanciare analoghi appelli.
Un servizio Tg che ha coinvolto (in registrazione) anche il vescovo Douglas Regattieri che è tornato a far sentire sulle indagini in corso (e le ipotesi relative) la voce della Diocesi: «Non posso dire che siano state nascoste delle cose. Credo ci sia stata collaborazione piena per queste vicende da parte di frati e preti. In questo momento riscontro disagio anche tra i miei collaboratori più stretti. Ma non ci sono prove certe e non si possono quindi condannare persone senza le prove certe. Chi sapeva e chi sa deve parlare. Come abbiamo ribadito parlando di queste vicende».