Imprenditore di Cesena a processo: “Sesso con la figlia 20enne della mia migliore amica, ma non l’ho stuprata”

Cesena
  • 27 ottobre 2023

«Sì, sono andato a letto con la figlia della mia migliore amica e non volevo di certo che lo venisse a sapere. Ma no, assolutamente, non l’ho stuprata. Lei era pienamente consenziente».

Si è accoratamente difeso ieri nell’aula del presidente Adriana Cosenza (pm Luca Bertuzzi), spiegando di non aver in alcun modo usato violenza, l’imprenditore cesenate 50enne, accusato di violenza sessuale su una ragazza bolognese di appena 20 anni: ossia la figlia della migliore amica di lui. Un processo che si sta svolgendo in tribunale a Rimini perché la violenza in ipotesi accusatoria si sarebbe consumata in una delle tante case che l’imprenditore cesenate possiede e che si trova a Santarcangelo.

I due protagonisti della vicenda si conoscono da tempo. Lei ha poco più di 20 anni e lui è il titolare di una nota azienda con sede a Cesena. I due una sera si misero d’accordo via messaggio per vedersi a casa di lui. Una serata durante la quale ci fu un rapporto sessuale completo. Che ora è additato come uno stupro.

Di certo c’è che lei, stagionale in un albergo di Cesenatico, il giorno dopo decise di lasciare anzitempo il posto di lavoro e ricontattare l’uomo. Era arrivata tardi, era stata “maltrattata” dai proprietari dell’hotel, era senza soldi per tornare a casa e chiedeva aiuto all’imprenditore cesenate. Lui le disse di tornare a Santarcangelo in taxi, pagandole la corsa. Poi l’accompagnò in stazione in tempo per farle prendere le coincidenze per Bologna. Consigliandola pure di rivolgersi ai carabinieri per i maltrattamenti subiti sul lavoro. Una giornata chiusa con alcuni messaggi via whatsapp tra i due ed alcuni scambi di battute ed emoticon via Instagram. Un anno dopo i fatti la denuncia per stupro: con la 20enne che ha spiegato anche come l’uomo quella fatidica sera avrebbe fatto uso di droghe e l’avrebbe minacciata. Mentre i difensori dell’imprenditore (Alessandro Sintucci e Marco Baldacci) nella convinzione che il loro assistito sia innocente potrebbero avere buon gioco anche nel teorizzare (nelle arringhe finali) che quella denuncia di stupro possa essere scattata perché la 20enne a sua volta voleva “giustificare” agli occhi della madre quel rapporto sessuale con una persona di molto più grande di lei.

Anche per questo, a lungo e prima di sporgere denuncia, la ragazza (difesa dall’avvocata Rossella Mariuz) avrebbe continuato anche via messaggio a comportarsi “normalmente” con quello che poi ha invece additato come un bruto.

Ieri in aula la madre della persona offesa, che era stata chiamata a testimoniare, non si è presentata davanti al giudice. Mentre l’imputato ha ribadito come si sarebbe trattato di un rapporto consenziente. Sesso che sarebbe poi proseguito anche al mattino seguente (un secondo rapporto di cui non c’è traccia a denuncia). Una mattinata in cui poi un testimone oculare ha visto accusato e vittima a spasso insieme, abbracciati, in un atteggiamento che pareva di placida intimità lungo la strada.

I giudici del collegio saranno chiamati a decidere sulla vicenda nella prossima udienza fissata per l’inizio del mese di maggio 2024.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui