Il terrore dell’ospedale di Cesena condannato dopo la fuga sui tetti a un anno e 8 mesi di cella

Questa volta l’udienza si è conclusa. Con una condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione senza sospensione condizionale della pena.
Ad incidere sulla decisione del giudice Ramona Bizzari potrebbe essere stato anche il comportamento processuale che ha tenuto l’imputato ogni qual volta si sia presentato (dopo gli arresti) in Tribunale a Forlì. Neppure il carcere preventivo aveva infatti placato l’animo e il modo di fare di N.M., il 31enne che ha messo a soqquadro in più occasioni l’ospedale Maurizio Bufalini di Cesena e che è stato arrestato due volte nell’ultimo periodo, una delle quali dopo una rocambolesca fuga terminata a colpi di taser sui tetti delle abitazioni di Villa Casone.
Per quell’arresto eseguito dalla polizia ieri si è conclusa (al terzo tentativo) la direttissima. L’uomo dopo aver preso a calci un’infermiera ed essere stato arrestato per minacce con un collo di bottiglia rotto in fuga dall’ospedale, si trovava preventivamente in carcere dopo aver danneggiato il circolo Acli di Ruffio (zona dove viveva in giacigli di fortuna a terra, pur essendo vicino all’abitazione di alcuni suoi parenti esasperati che di lui non vogliono saper nulla) ed essere scappato dagli agenti, armato di pinze e tenaglie, sui tetti delle abitazioni di Villa Casone tenendo sotto scacco per ore Polizia, ambulanza e vigili del fuoco.
Il giudice convalidando l’arresto (in aula ieri l’accusa era rappresentata ieri dal pm Daniela Pesaresi) aveva sancito che dovesse attendere in cella il giudizio. Lui, in carcere a Rimini, alla fine dello scorso mese si era reso protagonista di nuove violenze e danneggiamenti tali da costringere il personale medico carcerario a un ricovero nell’ala sanitaria interna al carcere. Doveva essere giudicato ad inizio luglio ma, pur esplicitando di non voler mancare all’udienza, era legittimamente impedito a prendervi parte per questioni mediche. Così fu deciso il rinvio di altre due settimane del procedimento.
L’uomo, ieri difeso dall’avvocato Francesca Versari, ha partecipato al processo in videocollegamento dal carcere. Ed ha appreso così “il quantum” della sua condanna, da scontare in continuità rispetto alla cella dove è rinchiuso. Non è l’ultima sentenza che sarà letta per lui da qui a fine mese. Quando dovrà tornare in aula, questa volta per l’arresto che la polizia eseguì al parco deo giardini Savelli per minacce ai passanti con un collo di bottiglia, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamenti.