Cesena, il Pd apre la campagna elettorale alla Casa del Popolo: «Noi architrave della coalizione»

Cesena

È dalla grande sala della Casa del popolo di Sant’Egidio che giovedì sera il Partito Democratico di Cesena ha avviato la sua campagna elettorale. Lo ha fatto con una assemblea pubblica a cui ha partecipato anche il segretario regionale del Pd Luigi Tosiani. «Queste sono le prove generali», ha scherzato Lattuca quando gli è stata data la parola. Il grande evento con tutta la coalizione di apertura della campagna elettorale di Enzo Lattuca candidato sindaco si terrà infatti venerdì 5 aprile al Teatro Verdi.

Il sindaco Pd

La sala è grande e la platea è piena: ci sono i candidati con le loro famiglie ma anche tanti e tante militanti di tutte le età. Il primo intervento è quello del segretario comunale Lorenzo Plumari, è lui il primo a chiamare l’applauso per ringraziare chi si è messo a disposizione con la sua candidatura. Il secondo è per Enzo Lattuca, «il sindaco del Pd», dice solleticando l’orgoglio dei militanti. Poco dopo lo sottolinea anche Tosiani: «A Cesena abbiamo uno dei nostri migliori sindaci, uno dei nostri migliori dirigenti». Tosiani cita l’alluvione: «Mentre alcuni sindaci alla prima difficoltà hanno cercato su chi scaricare le responsabilità, Enzo quelle responsabilità se le è caricate sulle spalle e ha accompagnato la sua comunità».

La sfida europea

Ma il suo intervento è incentrato soprattutto sull’altro appuntamento elettorale, quello delle Europee: «In tempi spaventosi è più facile che il messaggio delle destre sovraniste faccia presa», per chi vuole una Unione Europea più unità, più solidale, il voto di giugno «non è mai stato tanto importante. Dobbiamo cambiare le istituzioni europee, ma se quel percorso non lo vogliamo subire, ma vogliamo contribuire a tracciarlo l’appuntamento di giugno è centrale. Lo sarà anche in preparazione dell’appuntamento elettorale delle regionali»

Mai solo

Quando la parola passa ai militanti tra gli iscritti a parlare c’è anche il sindaco. Lattuca si sente a casa e si vede: «Questa è una delle sale in cui 20 anni fa ho cominciato a fare politica con la Sinistra Giovanile», ricorda. «In questi anni ho sentito un rapporto di simbiosi con la città», nei momenti difficili come in quelli belli, e citando i “Cinque anni di solitudine” dell’ex sindaco di Forlì Roberto Balzani, ha raccontato che lui al contrario non si è mai sentito solo: «Ci sono stati momenti difficili e altri in cui mi sono divertito, ma non mi sono mai sentito solo, non dentro il Comune, non nel partito, non nella coalizione». A Cesena, dice, «si vive bene, è già così, ma si vive bene dove tutti possono vivere almeno un po’ bene». Non ci sono bacchette magiche contro disagio e povertà, ma contrastarle è un obiettivo verso cui tendere «e a Cesena questa sensibilità che c’è e che dobbiamo continuare ad avere anche quando potrebbe costare consenso. Se per avere servizi di qualità per tutti occorre chiedere qualcosa in più a chi se lo può permettere in termini di tassazione, lo faremo».

Un Pd centrale

«Architrave della coalizione», il Partito Democratico, ha esortato Lattuca, «è portatore di una tradizione di cui dobbiamo essere orgogliosi che ha contribuito a scrivere la storia di un paese che è diventato città attraverso l’inclusione». A cinque anni dal suo insediamento Lattuca può contare una coalizione attrattiva, che cresce e si allarga: «Lo è perché il Pd è forte, ed è quando si è forti che bisogna sapersi allargare. Oggi chi ci considerava avversari si allea con noi. Non siamo noi ad essere cambiati, sono loro che sono venuti da noi». Allargare il campo, sottolinea, «non significa appaltare o abdicare ad alcun ruolo. Le liste civiche non ci sono perché il Pd non è in grado di aprirsi alla città. Avere con noi partiti che portano già dal nome la propria sensibilità ai temi ambientali non significa fare alcun passo indietro sui temi ambientali».

Condanna alla destra

«Ci aspettano due mesi intensi, l’appello che rivolgo a tutti, anche a me stesso è a non guardare i nostri avversari, teniamo Cesena davanti ai nostri occhi». Una regola a cui fa eccezione per condannare duramente l’atteggiamento della destra, denunciato dal candidato Marco Rocco de Luca: «Invitano a votare per loro perché si aiutano meglio e di più le amministrazioni che parlano la stessa lingua. Una sorta di ricatto». «Una frase di una gravità tale - commenta Lattuca - che se una persona fosse intelligente non si sognerebbe mai dire». Poi racconta un aneddoto legato alla visita di Von Der Leyen e Meloni a Forlì: i sindaci non erano stati invitati e questo aveva creato malumori. Contattato «dalla segreteria di un viceministro» Lattuca ha raccontato che gli è stato chiesto: «“Non è che se li invitiamo poi tirano fuori cartelli e si mettono a contestare?”. Gli ho risposto che garantivo che non sarebbe mai successo perché a differenza loro noi abbiamo 70 anni di cultura istituzionale e costituzionale».

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