Il “Liceo del Made in Italy” bocciato dai professori del Monti di Cesena

Il Liceo del made in Italy? Al Monti è stato “rimandato”. Anzi: per ora è stato proprio respinto.
Il collegio docenti del Liceo Monti, riunitosi due pomeriggi fa, ha rispedito al mittente la proposta di istituire per il prossimo anno scolastico una classe prima del “Liceo del Made in Italy” al posto di una del Liceo delle Scienze umane - opzione economico sociale.
L’argomento è stato dibattuto e votato dai professori. Senza particolari digressioni di carattere “politico” (ad eccezione dell’intervento di un unico prof) la novità formativa che il ministero intende introdurre è stata giudicata ancora troppo “vaga” nei contenuti. E chi si occupa di open day non avrebbe avuto gli strumenti adatti per spiegare nei dettagli ai futuri alunni cosa si sta cercando di mettere in campo. Tra i motivi contro questo nuovo indirizzo ce ne sono anche di carattere tecnico logistico: l’offerta formativa del Monti ad ora è talmente varia ed ampia che riscuote tanto successo di iscritti anche già così com’è. Senza bisogno di introdurre novità. Così il Liceo del made in Italy per ora è stato bocciato dalla stragrande maggioranza dei prof. Con solo un manipolo di astenuti e ancor meno voti favorevoli.
Ad incidere anzitutto sono stato stati i tempi e i modi della nuova offerta formativa: i docenti sono venuti a conoscenza della legge il 20 dicembre, quando è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, ed è stato loro imposto di discuterla per l’approvazione entro il 15 gennaio e di proporla immediatamente ai genitori, come se un progetto che riguarda il futuro degli studenti, delle famiglie e della scuola stessa non avesse invece bisogno di essere attentamente esaminato. Nella proposta si trova solo il quadro orario del biennio, mentre nulla è dato sapere sulle materie del triennio, sul profilo e le competenze in uscita, sulla struttura dell’indirizzo: tutte cose che dovrebbero essere rese note tra tre mesi; mentre intanto i docenti avrebbero dovuto dare l’approvazione “al buio” e convincere le famiglie della bontà dell’indirizzo. Rispetto all’opzione economico-sociale, poi, il quadro orario del nuovo biennio vede l’eliminazione dell’insegnamento delle scienze umane e l’inserimento di economia politica, accentuando così il peso dalle materie tecniche e soprattutto scindendole dalla riflessione umanistica, cosa che prefigura il progetto di un’istruzione esclusivamente volta alla soluzione di problemi e occupando un ruolo già svolto dalle scuole tecniche e professionali (che meriterebbero peraltro di essere potenziate, invece di far proliferare indirizzi liceali poco strutturati). Vengono poi ridotte le ore dedicate all’insegnamento della seconda lingua, che in una prospettiva di internazionalizzazione e di inserimento dei giovani nella cultura europea pecca quantomeno di provincialismo, se non di mancanza di visione prospettica. Per inserire infine un elemento di “italianità” viene prevista una singola ora di storia dell’arte, cosa che rende impossibile un serio insegnamento della disciplina e che probabilmente dimostra la poca conoscenza sul funzionamento della scuola da parte degli estensori del progetto. Tutto questo poi dovrebbe essere realizzato “senza oneri aggiuntivi”, cioè con i fondi attuali e viene suggerito di chiedere finanziamenti ai privati, che, in nome del collegamento con il mondo del lavoro, possono intervenire sugli insegnamenti.
Il collegio del Liceo Monti ha quindi deciso di respingere la proposta ritenendo tutto questo non conforme con la sua idea e pratica di scuola.