I suoni australiani dopo 22 anni tornano nel palco d’origine di Cesenatico

Dalla riva del mar Adriatico alle coste oceaniche in due giorni. È il viaggio immaginario che coinvolgerà gli avventori del Bagno 86/casalounge i prossimi 12 e 13 luglio. Dopo un anno sabbatico a suggello dei tanti successi ottenuti in 21 edizioni consecutive, l’associazione culturale “Officinaidee” ripropone la tradizionale rassegna musicale dedicata alla storia e alla cultura delle popolazioni aborigene australiane: il “Didjin’Oz festival”. Questa volta il ritorno alle origini non sarà solo nella proposta della rassegna dedicata alle abitudini degli abitanti delle tribù delle popolazioni autoctone della giungla dell’Australia, ma anche alle proprie. Nel suo 22° anno la principale kermesse italiana dedicata alla cultura aborigena ritroverà la sua sede d’esordio: Cesenatico. Prima di trasferirsi alla Rocca di Forlimpopoli dove è rimasto fino al 2023.
Alternativo, spontaneo, mosso dalla voglia di condividere è stato ideato per dare spazio a musicisti e suonatori di didjeridoo (o yidaki) australiani ed europei. Uno strumento a fiato antico ricavato da un ramo di eucalipto scelto tra quelli il cui interno sia stato scavato dalle termiti e suonato dagli aborigeni d’Australia per accompagnare cerimonie sacre. Negli anni “Didjin’Oz festival” ha conosciuto importanti sviluppi, tali da renderlo un punto di riferimento in Europa nel circuito dei festival di didjeridoo e World Music che si svolgono in Australia e nel Vecchio continente durante l’estate. Come nelle precedenti occasioni anche quest’anno il programma prevede una ricca proposta di concerti tematici di artisti di caratura internazionale, ognuno con le sue peculiarità.
La parte più consistente delle esibizioni si terrà il sabato e vedrà succedersi sul palco Shatadoo (concerto di trombone); Sunset Vibes (didjeridoo); Matsumoto Zoku (chitarra e basso); Orange Duo (batteria). Spazio anche alle danze esotiche con Silvia Elena Resta che ballerà tra le fiamme.
Domenica toccherà a Emanuele Cerro e ai Tribalneed (didgeridoo loop station e synth percussioni).
Non mancherà il consueto mercatino artigianale con produzioni editoriali, opere d’arte indigena e prodotti di commercio equo-solidale. Tra gli ospiti anche alcuni rappresentanti di associazioni umanitarie e solidali. Tutto ciò in attesa del tramonto quando il protagonista diventerà il pubblico con l’”Open mic”: jam session nella quale chiunque potrà salire sul palco per cantare e suonare liberamente.