«Se il festival “Agorà” è a Cesena, il merito è di un nostro autore appassionato di Cesena e del suo stadio e il suo nome è Maurizio Viroli».
Così l’editore Giuseppe Laterza al Bonci prima di Barbero. E nella prima serata di ieri, proprio Viroli ha incantato da consumato fuoriclasse la platea del Palazzo del Ridotto. Professore emerito di Teoria Politica a Princeton e ora centravanti di qualità all’Università di Austin, Viroli ha sviluppato il concetto di patria: «Correva l’anno 1993 e su L’Unità scrissi: “Non lasciamo il patriottismo alla destra”. Speranza caduta nel vuoto. Nel 1995 scrissi “Per amore della patria”, il mio primo libro con Laterza. Ero convinto che i compagni mi avrebbero portato in trionfo, venni sbeffeggiato e deriso, soprattutto a sinistra. La destra, nel frattempo, non dormiva e oggi conserva la fiamma tricolore nei suoi simboli. La sinistra non cita la parola “Italia” nel suo principale partito, il principale partito di destra si chiama come l’inno nazionale. Non dipende solo da questo, ma io sono convinto che la sinistra perde anche perché non ha un suo linguaggio da contrapporre al patriottismo di destra».
Eppure, sottolinea Viroli «sarebbe facilissimo per la sinistra trovare un suo patriottismo, perché c’è già. Il patriottismo di destra si ispira al nazionalismo, basta ascoltare come parla Giorgia Meloni. La vittoria della destra è la sconfitta della mia idea di patriottismo. Rousseau diceva che l’amore per la patria è l’amore verso i cittadini, non l’amore per la terra. Giuseppe Mazzini è ancora più chiaro: la patria non è un territorio, è l’idea che sorge in quel territorio. I luoghi che amiamo devono essere riscaldati dall’idea di libertà. Meloni invoca il motto “Dio, patria e famiglia”, che è la deformazione completa del patriottismo mazziniano, del mio patriottismo. A Meloni nella sua definizione manca una parola decisiva e quella parola è umanità. È decisivo collegare umanità e patria, è la differenza fondamentale che c’è tra patriottismo e nazionalismo».
Viroli ha proceduto sull’onda dell’amato Mazzini: «“Dovunque vi troviate, combattete per la libertà di quel popolo” è una delle sue frasi che amo di più. Prima di essere cittadini di una patria particolare, siamo esseri umani. Se ami la libertà, vai oltre le differenze culturali e combatti ovunque per la libertà di uomini che sono tuoi fratelli. Piero Calamandrei, uno dei padri costituenti, nel suo diario del 1940 annotava: “Gli inglesi, i norvegesi e i francesi che difendono la libertà sono la mia patria”. È questo il patriottismo che ho sempre amato».