Gite scolastiche all’estero stoppate nelle scuole di Cesena per i pericoli di attentato

La guerra israeliano palestinese sta stoppando i viaggi d’istruzione all’estero degli istituti superiori. Le scuole stanno i questi giorni comunicando a studenti e famiglie che le pianificazioni per raggiungere altri Paesi europei sono ferme, al netto di quelle già organizzate che non è chiaro, ad ora, se verranno portate a termine.
Il problema è legato al pericolo di attentati che attanaglia le principali capitali europee: che poi sono anche le mete più ambite da studenti e insegnanti per motivi tanto didattici quanto di semplice “turismo”.
Dalla Farnesina non sono arrivate comunicazioni ufficiali a bloccare il flusso che annualmente si sposta dall’Italia all’Europa. Un’organizzazione di viaggi di istruzione che dal 2020 in poi era già limitatissimo a causa del Covid. Ora i pericolo sono gli attentati: con tanti Paesi che hanno alzato anche negli ultimi giorni i livelli di guardia dei controlli.
Parigi ad esempio è una delle mete più sognate dalle scuole. Sia “per la lingua” che per la storia dell’arte. In Francia il livello di allerta è tale che il Governo sta pure richiamando in Francia i propri studenti all’estero. A Cesena una studentessa in scambio culturale, a tre settimane dalla fine della sua esperienza romagnola in un istituto superiore cittadino, è stata richiamata d’urgenza a rientrare proprio per l’sos attentati. Costretta, anziché aspettare l’aereo di ritorno già prenotato e pagato, a rientrare a Lione in bus, sobbarcandosi una dozzina di ore di viaggio.
Sos terrorismo
Malgrado non sia ancora novembre molti viaggi di istruzione all’estero erano già stati in fase organizzativa avanzata soprattutto nelle quarte e nelle quinte superiori. Ma in queste ore quasi tutti i Paesi europei più ambiti per le gite scolastiche hanno alzato il livello di guardia sul fronte terroristico. Come riporta nel dettaglio i sito “Viaggiare Sicuri” del ministero degli Affari esteri, che è anche la bussola sul quale si orientano le scuole nel prendere le decisioni.
In Belgio, a seguito dell’attacco terroristico a Bruxelles nella serata del 16 ottobre, il Governo ha riportato la soglia di “allerta attentati” al livello 3 su 4 sul territorio di Bruxelles e mantenuto il livello 3 su 4 nel resto del Paese. Le richiesta qui è di evitare spostamenti non necessari prestando massima prudenza, soprattutto in corrispondenza di aree molto frequentate.
La Francia come detto è tra i luoghi dove c’è maggior timore.
Il 13 ottobre è stato deciso di innalzare la soglia di “allerta attentati” al massimo livello, su tutto il territorio nazionale ed a maggior ragione in corrispondenza di aree molto frequentate e obiettivi sensibili (luoghi di culto, scuole, sedi di istituzioni pubbliche o culturali, centri commerciali).
In Germania la soglia di attenzione sugli attentati non è mai mutata dalla raffica di attacchi subiti nel 2016, e diventa più alta in corrispondenza delle festività da calendario ma anche delle manifestazioni a maggior attrattiva turistica.
Mentre Irlanda, Malta, Svizzera e Lussemburgo non sono considerate mete a particolare rischio, i Paesi Bassi condividono con il resto dell’Europa l’esposizione al fenomeno del terrorismo. Qui (dove Amsterdam è sempre molto ambita dalle scuole) è molto diffuso il fenomeno del proselitismo jihadista, che si estende anche a Rotterdam, L’Aja, Leiden ed Utrecht. Il livello di allerta anti-terrorismo è classificato a livello 3 su una scala da 1 a 5.
La Polonia (causa guerra in Ucraina) continua la temporanea chiusura dei valichi di frontiera di Bobrowniki, Kuznica, Plowce e Slawatycze.
Anche le autorità portoghesi hanno rafforzato le misure di sicurezza a tutela di potenziali obiettivi sensibili come aeroporti, stazioni ferroviarie. In Spagna gli ultimi attentati risalgono al 2017. Ma le autorità locali mantengono elevate le misure tese a prevenire eventuali minacce di attacchi terroristici, in particolare nei luoghi ritenuti “sensibili” ed ad elevata frequentazione.
Il Regno Unito condivide con il resto del mondo l’esposizione al terrorismo internazionale.
Il rischio di attentati terroristici sul suolo britannico è catalogato con valore 3, su una scala che arriva al massimo a 5. Ne regno Unito ci sono stati 9 attentati dal 2018 al 2023 i controlli sono più intensi a Londra che altrove.
Per quanto riguarda l’Irlanda del Nord, benché non vi sia più una situazione di conflitto, permangono gruppi e fazioni che si oppongono al processo politico di pacificazione in corso, con conseguenti possibili rischi di episodi di terrorismo in particolare nei maggiori centri urbani della regione (Belfast e Derry/Londonderry) caratterizzati da divisioni politico-religiose. Il Governo britannico qualifica come di livello 4 il rischio di attentati da parte di dissidenti operanti sul territorio dell’Irlanda del Nord.