Giovane ingegnera di Cesenatico al lavoro per la sicurezza del “cielo sopra il cielo”

«In questo momento mi trovo a Villamarina e non a Londra. E tra le testimoni dell’accaduto, ma in un’altra “porzione” di cielo, c’è anche mia madre». Mentre continuano le indagini dei vigili del fuoco sul frammento che, piovuto dal cosmo e visto da più testimoni, è ritenuto tra i “responsabili sospettati” del rogo in un’azienda agricola a Pioppa di Cesena, parlando con gli esperti del cesenate di tutto ciò che riguarda il “cielo sopra al cielo” si ottengono, almeno, delle rassicurazioni sul fatto che un evento come quello di tre notti fa sia abbastanza raro ed inusuale. Facendo così apparire ancora più sfortunata la dinamica che ha devastato l’azienda agricola di via Bel Pavone, uccidendo anche due mucche. E sulla quale il 115 continua comunque ad indagare per la procura esplorando se possa essersi trattato di un fuoco accidentale o anche di una mano dolosa ad agire.
Virginia Angelini, 28 anni cesenaticense, laureatasi a Forlì in Ingegneria Aerospaziale, ora è Flight Dynamics Engineer per l’azienda londinese Eutelsat OneWeb: la seconda potenza mondiale dietro alla Starlink di Elon Musk. Per lavoro, controlla sistematicamente le traiettorie di 600 satelliti in orbita attorno alla terra. Per evitare che si rompano a contatto con rocce, corpi celesti o detriti che si dovessero avvicinare. O a contatto con rottami finiti attorno al nostro pianeta dopo essere stati lanciati o utilizzati dall’uomo.
«Di per sé è possibile che ci siano dei detriti abbastanza grandi da non essere completamente bruciati dall’atmosfera fino a quote relativamente basse. E che quindi possano arrivare con ancora del calore in sé. La stessa sera ed alla stessa ora dell’incendio su Pioppa, mia madre ha visto con i suoi occhi, in direzione Cervia, il bolide illuminare il cielo. La traiettoria era però differente stando alla descrizione che mi ha dato. Può dunque essere che si sia trattato di un detrito frammentatosi e parzialmente e dannosamente arrivato poi a destinazione».

Da subito i vigili del fuoco si sono messi al lavoro per cercare tracce certe dell’accaduto. Starà alla procura di Forlì ora decidere se chiedere aiuto all’Esa per circoscrivere i fatti nella loro dinamica esatta. «Attorno all’orbita terrestre è pieno di detriti di varia natura - spiega Virginia Angelini - e il mio lavoro consiste proprio nell’evitare che questi si scontrino con circa 600 satelliti monitorati dalla Eutelsat OneWeb. Rottami, pezzi di razzi, rocce... Viaggiando a diversi chilometri al secondo possono diventare proiettili devastanti in cielo, e incandescenti e dannosi avvicinandosi a terra».
L’evento su cui s’indaga nei danni all’azienda agricola di Pioppa appare (anche qualora trovasse in futuro conferme investigative) abbastanza raro da non dover costituire fonte di allarme. Anche perché Virginia Angelini è testimone del fatto che, sopra alle nostre teste, il lavoro per evitare qualsiasi tipo di incidenti è quotidiano e massiccio. «I potentissimi radar a disposizione degli enti militari di tutto il mondo ci segnalano con sufficiente anticipo eventuali e potenziali conflitti tra detriti e satelliti in orbita. E le aziende come quella in cui lavoro io si muovono con tempistiche e modalità rapide anche se eventuali scontri orbitali dovessero essere soltanto vagamente “plausibili”. è vero che attorno alla terra siamo pieni zeppi di corpi in movimento e in orbita che possono essere devastanti e creare black out informativi imponenti in caso di scontri. Nasa ed Esa inoltre sono costantemente impegnate in progetti per intercettare o deviare eventuali corpi di grandi dimensioni che prendano le mosse verso la Terra. In più abbiamo la nostra atmosfera a difenderci e a sgretolare praticamente tutte le insidie. Insomma mi sento di poter tranquillizzare tutti quanti. Da minacce spaziali siamo mediamente davvero molto al sicuro. Imprese come quella per cui lavoro operano per evitare lo scatenarsi di una sindrome di Kessler: ossia l’effetto domino che potrebbe scatenarsi da conflitti tra satelliti e corpi rocciosi o detriti. Un caos che tutti vogliono evitare perché da solo potrebbe impedire in futuro qualsiasi altro lancio in orbita di materiale tecnico utile all’uomo».