Vini pregiati ed elettrodomestici costosi, che ordinava al telefono e che doveva pagare con bonifici che in realtà non sono mai giunti a destinazione. È accusato di truffa A.B. un 50enne formalmente residente in Lombardia e ieri mattina a processo nell’aula del giudice Marco de Leva. Il procedimento ha visto l’audizione di una delle vittime, interrogate sull’accaduto dal pm Alessandra Dati, dall’avvocato difensore dell’imputato Emanuele Polverini e da una delle parti civili (avvocato Alessandro Sintucci).
Sul banco dei testimoni lo storico proprietario dell’enoteca Millevoglie di via Strinati, in centro a Cesena, il quale ha ripercorso come ricevesse (lui o i suoi dipendenti) via telefono e via messaggi sullo smartphone degli ordinativi di prodotti che non sono stati mai pagati. Un danno di 3mila euro.
Una dinamica simile a quella patita da una azienda di elettrodomestici e riparazioni: la Fratelli Saulig di viale Carducci a Cesenatico. Da cui per le accuse l’imputato comprava merce che si faceva poi spedire. Lasciando alla fine un “buco” da circa 2mila euro. Per eseguire gli ordinativi l’accusato utilizzava un utenza telefonica intestata ad una società che però non lo conosce affatto, ed un altro telefono di una ditta di cui invece è socio.
Dopo aver ascoltato le testimonianze di ieri il giudice ha rinviato l’udienza al mese di dicembre.
L’imputato potrebbe, per quella data, restituire il danno alle due parti lese con un accordo fuori dall’aula (l’altra azienda vittima, finora non costituita parte civile, è difesa dall’avvocato Danilo Mastrocinque). Nel caso la querela verrebbe ritirata ed il procedimento per truffa interrotto.