Fino a 180 consegne al giorno: i drivers Amazon scioperano

Cesena

«Ritmi infernali, con picchi da 180 consegne al giorno. Sicurezza precaria, con incidenti stradali sempre più frequenti. Multe da pagare in proprio. Davanti ad uno scenario simile ai lavoratori non resta altro da fare che incrociare le braccia e fermarsi». Non potrebbe essere più chiaro Massimo Bellini, segretario generale della Filt-Cgil Rimini, nell’elencare i problemi che, quotidianamente, i driver delle consegne Amazon sono costretti ad affrontare. Lavoratori, impiegati nelle aziende dell’Emilia Romagna (Sagit, Helios trasporti, Servizi Integrati, M&M trasporti) consegnatarie, per conto di Amazon di Santarcangelo di Romagna, di prodotti e merci, che, oggi, si asterranno dal lavoro per l’intera giornata. «È l’unica arma che hanno per farsi sentire - commenta Bellini – e per chiedere alle loro ditte, ma anche ad Amazon, fatti concreti». Scrivono in una nota congiunta la Filt-Cgil di Rimini e le Rsa della Station: «In considerazione delle mancate risposte da parte delle aziende e di Assoespressi in merito ai ritmi, ai carichi di lavoro, ai buoni benzina ed al premio di risultato, allo sforzo da parte delle stesse di strumentalizzare i lavoratori e il sindacato, e, infine, constatato il tentativo perpetrato, maldestramente, da alcune aziende di delegittimare le Rsa e la Filt Cgil azzerando, di fatto, le relazioni sindacali, promuoviamo una giornata di sciopero da effettuarsi mercoledì 27 aprile (oggi, ndr)». Ma per comprendere meglio la reale condizione lavorativa dei 250 driver riminesi ed il perché di questa loro dura protesta esaminiamo da vicino il monte ore occupato, il numero di prestazioni offerte, e lo stipendio percepito. Spiega il sindacalista: «Quando leggerete questi dati, vi renderete conto del carico di lavoro che son costretti a sopportare questi dipendenti, ridotti a muoversi come delle trottole. Mano sul volante del furgone, sono costretti a fare, in situazioni di picco, peraltro sempre più ricorrenti, anche 180 stop and go al giorno, con consegna merci ogni 2 minuti e 25 secondi. Da qui stress e stanchezza. Non solo, se poi ci aggiungiamo il rischio di incidenti stradali, chi è abituato a guidare nel traffico sa bene di cosa parlo, le multe che si ritrovano a pagare in proprio per eventuali infrazioni del codice della strada, perché la loro azienda non gliele riconosce, e perfino i danni derivanti da un eventuale sinistro, poiché i mezzi, le ditte, li prendono spessissimo a noleggio con franchigie vincolanti per i driver, la situazione da grave diventa drammatica». Part time a tre giorni (1200 euro nette al mese di stipendio), full time (1800 euro al mese), il monte ore per questi ultimi è di 44 ore settimanali, «ma abbiamo ormai raggiunto un accordo per abbassarlo a 42 ore settimanali, mentre stiamo ancora battendoci sul mancato rispetto e confronto in materia di stabilizzazione dei lavoratori precari», precisa Bellini, quello che driver e sindacato contestano principalmente alle aziende sono i carichi di lavoro (le consegne) e le rotte richieste (i driver necessari). «Il numero di consegne, tra l’altro ad ogni stop and non è detto che corrisponda un solo pacco, ma anche più pacchi, e i driver necessari sono dettati direttamente da Amazon – sottolinea ancora Bellini -. Per questo sollecitiamo le aziende a farsi carico di fissare loro i nuovi parametri, ovviamente meno penalizzanti per i dipendenti. Non è possibile, infatti, che ad ogni nostra richiesta corrisponda il classico scaricabarile: la responsabilità non è nostra ma di Amazon, che rilancia: la gestione di tutto è dell’algoritmo, che determina la giustezza del numero di consegne e i driver necessari per smaltirle. Ed alla fine a restare col cerino in mano sono sempre i lavoratori». Ma anche la gestione dei protocolli anti-covid rientra nella conflittualità sindacale. Chiosa Bellini: «Vista la mancata attuazione del protocollo da parte di quasi tutte le aziende, non possiamo avere riscontri reali sulla sanificazione dei mezzi e sulle protezioni individuali. Insomma, come è facile intuire sono tante le questioni aperte e da risolvere. Speriamo, quindi, che questa giornata di sciopero convinca le aziende a scendere finalmente a patti coi lavoratori».

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