Espulso dopo la rapina: arrestato a Riccione ora è ai domiciliari a Cesena

Cesena

A volte ritornano. Anche se non dovrebbero. Sentenze alla mano non potrebbe neppure stare più in Italia. Ma è stato arrestato a Riccione ed ora si trova agli arresti domiciliari. A Cesena. Per ordine del giudice.
«Documento contraffatto? È quello che mi hanno dato dopo essermi sposato».
È la giustificazione data al gup ieri mattina dal 32enne A.M.: moldavo di nascita cesenate d’adozione che si sospetta abbia combattuto nel circuito illegale dei fight club. È stato arrestato domenica dai carabinieri.
L’uomo che non avrebbe dovuto essere in Italia perché colpito da un decreto di espulsione in seguito a sentenze passate in giudicato, era in macchina assieme a due vecchi compagni di cella. Il documento consegnato non ha convinto i militari che l’hanno accompagnato in caserma. Per avere certezza della contraffazione è stata chiesta la collaborazione della polizia di frontiere dell’aeroporto Fellini di Rimini. Dopo la convalida dell’arresto, A.M., che è difeso dall’avvocato Giuliano Renzi, è stato rimesso in libertà. Il giudice in attesa della fine del processo, ha disposto l’obbligo di dimora a Cesena dove vivono dei parenti. Città che si ricorda molto bene di lui. Era infatti accusato e per due volte è stato condannato per la violentissima rapina ai danni di un numismatico messa a segno nel 2013, pena cancellata dopo l’appello bis a seguito dell’annullamento da parte della Cassazione. Ne ha invece scontata una interamente per un’altra violenta rapina in abitazione. Motivo per il quale non poteva essere in Italia: una feroce aggressione di cui fu responsabile il 29 dicembre 2014, assieme ad altre tre persone, in una casa in pieno centro a Longiano: in quella occasione massacrarono di botte una 76enne e suo figlio.

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