È un docente di Cesena il primo a conquistare una vetta inesplorata del Mozambico FOTOGALLERY





Missione compiuta per i sei alpinisti che sono in Mozambico per scalare per la prima volta il Phandambiri, in mezzo alla savana, in un punto lontano da qualsiasi centro abitato dotato di servizi essenziali, come l’acqua e la corrente elettrica. Samuele Mazzolini, il cesenate della spedizione, ingegnere classe 1972, che ora vive e insegna a Forlì, all’Iti, è stato il primo, insieme a Mirco Grasso, a completare con successo la salita iniziale: quella sulla parete est del massiccio granitico, lunga 890 metri. Hanno anche battezzato il nuovo itinerario, concluso il 6 agosto. Lo hanno chiamato “O caminho dos cogumelos”, che in portoghese significa “Il cammino dei funghi”, in quanto pieno di protuberanze rocciose chiamate “knob” o “funghi”.
Oltre a loro due, fanno parte del gruppo che si è cimentato nelle arrampicate Manrico Dell’Agnola, Maurizio Giordani, Antonella Giacomini e Nancy Paoletto. Un ruolo importante l’ha avuto anche un’altra cesenate: Anna Mazzolini, 45enne, consulente dell’Onu in governance urbana e nota in città anche per il suo talento come poeta e scrittrice. In questo caso, ha operato come mediatrice culturale, accompagnando i partecipanti alla spedizione nei numerosi passaggi da superare con le amministrazioni e le comunità locali. Aggregato al gruppo, a terra, c’era anche un terzo cesenate: Daniele Gambi.
La salita affrontata da Samuele Mazzolini e Mirco Grasso è stata suddivisa in 19 tiri e sono serviti 6 giorni per arrivare in cima. Il 53enne cesenate spiega che «è sempre grande l’emozione che si prova quando si sale una parete inviolata, ma quando è dall’altra parte del mondo, immersi in una natura e una cultura diverse, è ancora più speciale».
Gli otto protagonisti dell’avventura, come già raccontato sul “Corriere”, avevano raggiunto la zona ai piedi del Phandambiri il 29 luglio, dopo due giorni di jeep e un ultimo tratto a bordo di un vecchio Defender. Allestito il campo base, erano stati accolti da una delegazione della comunità del posto, e in particolare di Zembe, piccolo agglomerato di capanne alla base del monte. Molti avevano già incontrato l’anno scorso Manrico Dell’Agnola e Antonella Giacomini, che erano andati in avanscoperta. Prima di immergersi nell’impresa alpinistica, c’è stato anche un rito tribale per “benedire” l’arrivo degli ospiti. Nessun europeo aveva mai messo piede lì e quindi il gruppo è stato accolto con grande curiosità. Dal canto loro, i componenti della spedizione hanno coinvolto i bambini del villaggio, individuando una placca rocciosa più semplice dove Mirco Grasso e Samuele Mazzolini hanno allestito dei tiri per farli arrampicare, sotto forma di gioco. Una volta terminata la trasferta, si prevede inoltre di donare di tutto il materiale, incluso quello tecnologico, in dotazione al campo base.