Dopo pochi mesi di convivenza a Cesena le ossessioni di lui diventano stalking e botte alla compagna

Cesena
  • 04 luglio 2025

Pochi mesi di convivenza idilliaca e pacifica. Poi quello che sembrava il fidanzato ideale si è trasformato in un mostro. Capace di aggressioni verbali e fisiche continue. Unite ad una mania di controllo che si estendeva alla globalità della vita della compagna compreso l’utilizzo di smartphone di messaggistica e social network. Una escalation che ha portato anche all’arresto nei mesi scorsi di un 31enne (difeso dall’avvocato Ilenia Fioravanti del foro di Ferrara) accusato di violenze domestiche ai danni della convivente, una 30enne cesenate.

Il processo

È stata la stessa vittima (difesa per parte civile dall’avvocato Beatrice Baratelli) a raccontare in aula al collegio del presidente Monica Galassi e dei giudici a latere Federico Casalboni e Ramona Bizzarri, gli episodi di stalking e violenze che hanno portato nel tempo anche alla misura dell’arresto per l’uomo, ora ad un processo con rito immediato.

«Una convivenza con lui che era iniziata nell’aprile del 2024 - ha spiegato la donna incalzata dalle domande del pubblico ministero d’udienza Emanuele Daddi - quando mio figlio, avuto da una precedente unione, era molto piccolo. Già un paio di mesi dopo l’inizio della coabitazione, il suo comportamento è cambiato. Diventando ossessivo e sempre più aggressivo e violento».

Tradito e ossessionato

Il 31enne, sostiene la vittima, è stato tradito in passato ed è quindi ossessionato che possa succedere ancora: «Questo si traduce in una mania di controllo. Sugli spostamenti miei, sulle amicizie che frequento, sul mio telefonino e le messaggistiche di whatsapp, così come sul mio computer ed i profili social».

La donna non capisce subito quella che diventerà poi una crescita di episodi sfociati in violenze ripetute. «Ha iniziato ad accusarmi di essere una prostituta, di non curarmi di quanto lui facesse per me. Ad insultarmi e a litigare, anche davanti al mio figlioletto e a mia madre».

Stretta al collo

Col passare dei mesi arrivano anche le violenze fisiche. «In un episodio mi ha stretto al collo strangolandomi mentre mi tratteneva sul letto, Mi sentivo morire e non riuscivo a scappare. Un’altra volta con una spallata mi ha fatto volare a terra a 3 metri di distanza. Io tentavo di colpirlo ma chiaramente essendo lui più grosso di me non potevo mai avere il sopravvento. Mi ha trascinata per casa tirandomi per i capelli. Colpita e insultata in almeno tre distinti episodi. Nemmeno la presenza di mia madre lo fermava dall’insultarmi. In un caso si era asserragliato in abitazione minacciando di buttare il mio computer dalla finestra. In un altro mi voleva impedire di andare a lavorare e, sanguinante e tumefatta al volto, sono finita a piangere al parco vicino a casa, scappando dalla mia casa e aspettando che se ne andasse per poter recarmi a lavorare. Ho deciso di chiudere la convivenza».

Botte e minacce a tutti

Nemmeno farlo uscire di casa, secondo le accuse, fu cosa facile. «Minacce di morte a me, ma anche il mio ex dal quale ho avuto un figlio. Minacce di screditarmi per non avere l’affidamento del bambino. Minacce di suicidarsi gettandosi dal Ponte vecchio. Quando sono riuscito ad allontanarlo era tornato sui suoi passi per recuperare un caricabatterie. È stato accompagnato in casa da una mia amica e ha picchiato col caricabatterie pure lei. Siamo andare assieme a farci medicare in Pronto soccorso».

Allontanato e arrestato

La denuncia che ne deriva fa scattare un ordine di allontanamento firmato dal gip per il 31enne. «A casa non è più tornato salvo sistemarsi a vivere a 500 metri di distanza. Luogo dal quale mi controllava. Inviandomi messaggi per chiedere giustificazione dei miei movimenti nel corso delle giornate. È venuto sotto casa più volte lasciandomi degli oggetti e palesando la sua presenza suonando al campanello e nascondendosi».

Il rapporto tra i due dopo la fine della convivenza sembra comunque stemperare e poter quasi riprendere. «Ma l’incubo non era finito. Mi ha costretto a recarmi dai carabinieri a ritirare la prima querela che avevo sporto. Quando sono tornata nuovamente ad essere minacciata e insultata però ho sporto nuove denunce alla Polizia». Per le quali l’uomo è stato arrestato e nel corso di questi primi mesi del 2025 è poi passato dalla detenzione ai domiciliari all’obbligo di dimora nel comune emiliano dove era recluso in custodia cautelare, a casa del padre nel Ferrarese.

Una testimonianza, quella della vittima, durata oltre due ore e che spesso è stata interrotta dal pianto della donna. In un processo per stalking e violenze domestiche che proseguirà con l’ascolto di altri testimoni portati in aula dalla Procura e della parte civile.

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