Dalla Massari di Conselice a Deco Industrie: il primo computo dei danni da alluvione è devastante

Cesena

Il primo computo dei danni è devastante. La Cooperativa Agricola Braccianti Massari di Conselice, che occupa 134 persone, vede sommersi dalle acque esondate, ancora in queste ore, la quasi totalità dei propri terreni (2.500 ettari) in conduzione, nonché le attività connesse (centro aziendale, officina, agriturismo, stalla da latte biologico, biodigestore, azienda faunistico-venatoria); la Cooperativa Agricola Braccianti di Bagnacavallo e Faenza, che occupa 39 persone, (900 ettari, il centro aziendale e il biodigestore); Agrisfera che occupa 133 persone, si trova con sommersi 60 ettari di mais biologico, a Conventello, destinati alla stalla da latte.

Purtroppo anche aziende produttive come Deco Industrie e Terremerse hanno dovuto fermare gli stabilimenti a causa del maltempo. Il conteggio dei danni è in via di definizione.

Legacoop a Bonaccini: "Non dimenticate le cooperative"

Legacoop Romagna scrive al presidente della Regione Stefano Bonaccini e all’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi domandando «un salto di qualità nella dichiarazione di calamità naturale per le zone colpite» e, in particolare, «la garanzia di accesso a ristori adeguati alla copertura dei danni diretti e indiretti per le aziende agricole con grandi estensioni, che devono occupare per loro stessa missione molta manodopera regolare e qualificata».

Il richiamo diretto della lettera – firmata dal presidente di Legacoop Paolo Lucchi e dal responsabile del settore agroalimentare Stefano Patrizi – è alle Cooperative Agricole Braccianti della provincia di Ravenna, che conducono oltre 11 mila ettari di terreni dando lavoro a più di 700 soci. Dimensioni che le inseriscono nel novero delle “grandi aziende” anche se il loro compito storico da 130 anni è quello di creare occupazione qualificata in agricoltura, custodendo il patrimonio per le future generazioni di soci. Questo le rende «una parte fondamentale della capacità e della filiera produttiva, oltre che della storia agricola, dell’Emilia-Romagna».

Ma a causa delle dimensioni di queste aziende, scrive Legacoop a Bonaccini, «storicamente è stato impossibile per loro accedere ai ristori per le calamità (ad esempio quelli per le gelate o per le ingressioni da mareggiate), che prevedevano limiti dimensionali tarati per le piccole realtà agricole a conduzione familiare. La dimensione dell’evento, questa volta ci impone di richiedere una scelta diversa per le aziende che, seppur grandi, riescono a fornire quantità importanti e costanti di lavoro regolare agricolo».

Nonostante l’impegno della Regione, dei sindaci e delle istituzioni, per cui Legacoop Romagna esprime un convinto apprezzamento, il perdurare degli allagamenti farà si che «le colture presenti andranno sostanzialmente perse (cereali, foraggere, orticole, colture da seme), senza considerare gli investimenti necessari successivamente per il ripristino della coltivabilità».

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