C’è un filo che unisce Cesena ai villaggi occupati della Cisgiordania, ed è quello della solidarietà, della resistenza nonviolenta, dell’impegno civile che attraversa i confini. A tessere questo legame contribuisce anche Damiano Censi, consigliere comunale a Cesena per Fondamenta - Avs e attivista di Mediterranea Saving Humans, con cui dal 2023 coordina il progetto Mediterranea with Palestine e, dal 2022, quello in Ucraina.
Da Cesena alla Cisgiordania al fianco del popolo palestinese: “Con Mediterranea denunciamo le violenze dei coloni”
Un impegno che nasce dal basso
Censi racconta un percorso nato dall’invito del collettivo palestinese Youth of Sumud (“Sumud” in arabo “perseveranza”), da vent’anni guida della resistenza nonviolenta, che tramite Operazione Colomba ha chiesto il supporto di Mediterranea. «Ci hanno chiesto sostegno, così siamo andati praticando interposizione nonviolenta, quando possibile fisicamente, altrimenti documentando e denunciando le violazioni».
Un monitoraggio della violenza
Dal gennaio 2025 Mediterranea monitora sistematicamente le violazioni dei diritti umani e i crimini delle forze di occupazione israeliane: nei primi 129 giorni (gennaio–maggio) sono state registrate 838 violazioni in 27 villaggi palestinesi dell’Area C, sotto completo controllo israeliano. Il report, presentato al Senato italiano nel luglio 2025 e destinato anche al Parlamento europeo e alla Corte penale internazionale, ha la duplice funzione di documentare e denunciare. «Questi dati dimostrano che la violenza non è episodica», spiega Censi, «ma parte di una strategia di pulizia etnica, con forze dell’ordine e coloni che agiscono coordinati per rendere impossibile la vita quotidiana dei palestinesi». «Non andiamo in Palestina per imporre un progetto», sottolinea il consigliere, «ma per sostenere la resistenza di una popolazione che dimostra ogni giorno che è possibile far fronte a situazioni difficili. Mediterranea sta al loro fianco, come fa ovunque i diritti umani siano negati». La vita nei villaggi è segnata da violenze quotidiane: «Coloni arrivano di notte, picchiano i residenti, distruggono case e raccolti. Noi dormiamo con loro nelle case “targettizzate” e documentiamo tutto. La nostra presenza è protezione». Dietro queste aggressioni c’è un disegno preciso: molte case, registrate al catasto israeliano, non possono essere demolite legalmente, quindi l’esercito usa i coloni per creare paura e costringere le famiglie ad abbandonare la terra.
Dalla Palestina a Cesena
Per Censi, il legame tra Palestina e Italia è diretto: «Siamo il primo partner commerciale europeo di Israele. Dobbiamo interrompere questo meccanismo, imparando dalla resistenza palestinese che anche di fronte a un potere più forte è possibile resistere». Per questo promuove incontri pubblici - scuole, parrocchie, comunità e Feste dell’Unità - e evidenzia che «Chi non può partire, può partecipare alla vita di Mediterranea, della rete antifascista cesenate, boicottare prodotti israeliani e fare pressione sui nostri rappresentanti politici». Nel luglio 2024 ha presentato una mozione, approvata dal consiglio comunale, per chiedere il cessate il fuoco a Gaza, l’accesso costante agli aiuti umanitari e il riconoscimento dello Stato di Palestina.
«Esserci, interporci, denunciare»
«Questa è la nostra linea: esserci, interporci, raccontare - conclude Censi - ogni giorno due attivisti di Mediterranea sono sul campo, accanto ai palestinesi e con Operazione Colomba. Perché anche un solo giorno di resistenza in più è un giorno in più di vita».