Covid a Cesena: molto più che i 100 mila casi ufficiali

Cesena

Da quel primo caso a cavallo tra febbraio e marzo 2020 sono passati poco meno di 2 anni e mezzo; e soprattutto sono passati più di 100.000 infezioni da coronavirus ufficialmente riconosciute: che hanno portato disagi alla popolazione, messo in difficoltà aziende e pubblica amministrazione, stressato al limite la sanità ma soprattutto hanno portato con sé tanti lutti: con la morte che non ha risparmiato nessun ceto sociale e nessun grado di notorietà, strappando agli affetti in particolar modo le persone più anziane e fragili, ma non solo quelle.
Ieri i nuovi casi di coronavirus accertati nei 15 comuni che compongono il comprensorio cesenate sono stati 90. Da inizio pandemia le persone risultate positive al tampone sono state in totale 100.218: “messe in fila” o poste ad abitare vicino, farebbero una città molto più grande di Cesena. Anche se va sottolineato come in realtà ci siano tante persone che il coronavirus lo hanno contratto più volte, nelle varie varianti che si sono susseguite. Alcuni, soprattutto tra gli operatori sanitari in prima linea contro il virus sin dal primo minuto, hanno già combattuto e vinto i sintomi della malattia per tre volte da inizio pandemia.
Già, il primo virus. Arrivato in Romagna quando ancora si sapeva poco o nulla di esso. In un momento storico in cui si guardava con sospetto chiunque avesse un qualsiasi tipo “di legame” con la Cina: Paese che era già piombato in lockdown e che ancora oggi “chiude tutto” quando si presenta la necessità legata ad un’eccessiva diffusione del Covid.
Il primo caso cesenate di coronavirus venne trovato nelle analisi effettuate su un 58enne savignanese: Flavio Iachini. Le analisi venero eseguite il 28 febbraio nel momento del ricovero. All’epoca i tamponi si mandavano a Roma e la positività dell’uomo (che ha passato 5 mesi in Rianimazione, gran parte dei quali in coma) venne ufficializzata il primo giorno di marzo del 2020.
«Sono l’unico sopravvissuto dei primi 5 casi Covid di cui si sono occupati i medici che mi hanno avuto in cura» ha detto l’uomo al Corriere nel primo anniversario di quel contagio n°1. «Il coronavirus è una malattia terribile, che addosso a me ha lasciato segni indelebili».
Da allora la stima ufficiale è di oltre 100 mila casi nel cesenate, ma è sicuramente un numero sottostimato. Tra negazionisti della malattia e (soprattutto negli ultimi mesi) persone che evitano di fare il tampone o di ufficializzarne gli esiti “per non dover stare reclusi in casa una decina di giorni”, in realtà il numero di casi totali probabilmente è davvero molto più alto.
Ciò che non può mutare nei dati è però il numero di vittime tra coloro che, una volta contratto il virus, anche a causa di quello hanno lasciato nel dolore i propri affetti. Il cesenate ha visto morire dopo l’infezione da coronavirus personaggi noti anche nel panorama internazionale come lo stilista Sergio Rossi, o come il re del liscio Raoul Casadei. I lutti in totale nel cesenate sono stati 578. suddivisi tra Bagno di Romagna (16 decessi legati al covid), Borghi (4), Cesena (305), Cesenatico (62), Gambettola (29), Gatteo (28), Longiano (12), Mercato Saraceno (15), Montiano (4), Roncofreddo (3), San Mauro Pascoli (32), Sarsina (10), Savignano sul Rubicone (45), Sogliano (11) e Verghereto (2 decessi).

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