Coronavirus: il Linguistico di Cesena è carente di 130 posti

Cesena

Quello degli spazi non è certo un problema nuovo per il liceo linguistico Ilaria Alpi. Ancora oggi senza una sua sede, per l’Alpi le difficoltà relative alla gestione degli spazi legate all’applicazione dei protocolli Covid non fatto che sommarsi alle difficoltà che già esistevano.

«Se i numeri rimangono questi, per 6-7 classi dovremo ricorrere alla didattica digitale integrata. Al momento manca lo spazio per circa 130 alunni», lo spiega la dirigente Valentina Biguzzi da settimane al lavoro per cercare di mettere qualche punto fermo in un contesto normativo in costante evoluzione e ancora pieno di «contraddizioni e domande senza risposta». L’impossibilità di comunicare scenari certi a studenti e famiglie è anche la sua grande preoccupazione mentre si avvicina l’inizio del nuovo anno scolastico.

L’importanza delle alleanze

Più che delle eventuali conseguenze penali nel caso in cui un dipendente venga contagiato («quello per noi è un aspetto secondario»), preoccupano i ritardi nelle risposte rispetto a come gestire i giorni di malattie e le assenze in caso di quarantena: «Devono darci indicazioni, non è certo una cosa che un dirigente può decidere da sé, va contrattualizzata e istituzionalizzata». «Quello che mi spaventa più è non riuscire a spiegare in maniera chiara e onesta l’organizzazione della scuola, far capire che ciascuna scuola dovrà fare i conti con quello che ha. Mi piacerebbe cominciare questo anno scolastico con famiglie alleate che collaborano e sostengono la scuola, come è sempre stato in questo istituto».

Corsi Pai determinanti

Al pari di tante altre scuole anche l’Alpi attende con ansia i banchi singoli ordinati: «Nella sede principale abbiamo fatto con quelli che c’erano perché già di piccoli dimensioni – racconta Biguzzi – ne abbiamo dovuto ordinare per la sede Cubo, perché lì abbiamo i banchi più grandi». Si dice convinta e fiduciosa che i banchi arriveranno come promesso in tempo utile, «se no sarebbe un problema». In ogni caso, sottolinea Biguzzi, «prima della conclusione dei corsi di recupero dei piani di apprendimento individualizzati che iniziano il primo settembre, è impossibile avere certezze. Quest’anno anche una o due persone in più o in meno in una classe fanno la differenza».

Didattica digitale integrata

Ad oggi non è quindi possibile sapere quali saranno le classi che dovranno ricorrere alla didattica digitale, ma il piano prevede che in questi casi la classe venga divisa in tre gruppi e che a rotazione uno dei tre faccia ricorso alla didattica. Tra le richieste avanzate dalla scuola, in questo caso alla Provincia, anche quella di adeguare la palestra alle esigenze della didattica con l’idea di utilizzarla per i compiti in classe: «Almeno le verifiche devono poter essere fatte in presenza con tutta la classe». Perché risulti efficace il piano a cui stanno lavorando è importante anche che arrivi un riscontro positivo sul fronte dell’organico: «Per quanto riguarda i docenti conto sul cosiddetto organico Covid (personale aggiuntivo licenziabile in caso di lockdown, ndr), perché per quello di fatto la mia richiesta di potenziamento ha già avuto risposta negativa. Ho chiesto un potenziamento per le lingue straniere perché la competenza comunicativa va fatta in presenza». Per quanto riguarda il personale Ata «spero in un esito positivo della richiesta fatta come organico di fatto».

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