Con il Cau a Cesena: «Codici bianchi in pronto soccorso già scesi del 14%»

«A Cesenatico la mole di lavoro del Cau ad ora è assolutamente immutata rispetto a quanto avveniva all’ospedale Marconi quando c’era il Punto di primo intervento. Una bocciatura (o promozione) del servizio che si sta svolgendo ora va valutata in un arco temporale maggiore e ben diverso. Anzi: guardando nel complesso dei Cau avviati, Cesena sta raggiungendo dei risultati, sul fronte di sgravare il pronto soccorso dai codici Bianchi, che nessuno (almeno non io) sperava in così poco tempo».
Respinge al mittente le critiche avanzate dal segretario Uil Paolo Manzelli il direttore generale dell’Ausl Romagna Tiziano Carradori. Non fosse altro perché i numeri (di Cesenatico) per ora non si discostano “dal passato”.
«I Cau nascono su una precisa direttiva regionale alla quale ogni Ausl si è adeguata - precisa Carradori - Per quanto mi riguarda approntarli non è stato esclusivamente un dovere, ma è stata anche una precisa convinzione che ciò potesse rappresentare e rappresenterà un miglioramento del servizio reso ai pazienti. I commenti sindacali di queste ore sono stati trancianti, a fronte di un Cento di assistenza urgenza (quello di Cesenatico) nato ad inizio anno. Una volta partiti i Cau, è vero che per valutarne l’impatto di sgravio sui pronto soccorso serve un “breve termine” di valutazione e studio clinico dei flussi di pazienti. Ma per “breve termine” in casi come questo, in cui si devono modificare le abitudini di chi approccia ad un servizio sanitario, l’attesa prima di dare giudizi ed avere casistiche su cui basarsi deve essere almeno di tre anni».
Nel frattempo, spiega Carradori, Cesenatico non ha cambiato numeri: «Quelli che erano gli accessi al Punto di primo intervento del Marconi col Ppi sono ora sovapponibili numericamente a quelli col Cau al suo posto. Non c’è stata una modifica nei termini di pazienti poi dirottati al pronto soccorso del Bufalini di Cesena, che restano ben al di sotto del 10% come lo erano prima. Comunque non siamo arrivati a questa soluzione “al buio”, senza attenderci questi tipi di andamento. Avevano l’esperienza del Cau antesignano, quello di Cervia: una località ed un bacino d’utenza simile a Cesenatico. A Cervia i Cau sono partiti come “primo esperimento” da molto tempo. Il tutto è stato pianificato e discusso con una commissione paritetica ed il consiglio comunale riceveva e continua a ricevere i dati sulla funzionalità di quel Cau. Ritengo che possano esserci sempre cose da migliorare. Ma a Cervia come altrove il gradimento di servizio dell’utenza superiore al 90% dopo l’utilizzo dei Cau, ci fa pregustare che il cammino intrapreso anche in altrui territori sia quello giusto. Per me avere il 90% di pazienti soddisfatti di quanto hanno trovato nel servizio ricevuto vale molto di più anche solo di un 1% di codici bianchi in meno in pronto soccorso. E le dichiarazioni lette del segretario Uil di Cesena mi hanno lasciato stupefatto: perché un sindacalista nel suo ruolo dovrebbe secondo me almeno conoscere l’argomento di cui parla e non ignorarne i contenuti».
L’accusa della Uil è quella di aver agevolato e favorito con i Cau, a Cesenatico come altrove, la vita lavorativa ed i non mutamenti nei comportamenti e negli orari di disponibilità, dei medici di medicina generale: «Dire “dei Cau ne hanno beneficiato soltanto i medici di medicina generale” è un ragionamento lontano dal mio - prosegue Carradori - Io devo guardare ai benefici generali che una organizzazione va a creare. Il mio compito è guardare cosa sia meglio per i pazienti e per l’utenza e non se un modo di agire agevoli o sfavorisca qualche categoria sanitaria. I Cau stano garantendo ad ora tempi d’attesa medi attorno all’ora e allargando lo sguardo al territorio cesenate ed al pronto soccorso del Bufalini, a fronte di un aumento di numeri d’accesso al Ps cesenate i codici bianchi, grazie ai Cau, sono scesi del 14%. Un dato assolutamente stupefacente, secondo me, in pochi mesi di lavoro del Cau di Cesena e dei Cau avviati. Abbiamo tanto da dover fare per migliorare le strutture territoriali. Lavoro che riguarda sia i medici di medicina generale che l’organizzazione di cure primarie e specialistiche. Per ora i dati di cui parliamo a Cesenatico sono dati che Regione duplica per ogni Cau. Ma per formulare un giudizio che sia degno di questo termine e non frutto di ignoranza è chiaro che bisogna avere una prospettiva temporale maggiore».