Coltellate e sassaiola nella lite in strada a Cesena: padre e figliastri restano tutti detenuti

Cesena
  • 23 giugno 2024

Dopo l’udienza di convalida dell’arresto di ieri mattina di fronte al giudice Elisabetta Giorgi, restano tutti detenuti i protagonisti della sanguinosa lite di famiglia avvenuta poco dopo le 14 di mercoledì scorso in via Fiorenzuola. In attesa del giudizio, con le accuse a vario titolo di lesioni aggravate dall’uso di armi fatte uscire di casa e portate lungo la “pubblica via” per essere usate come strumenti di offesa, ed in attesa di quello che potrebbe essere non prima di qualche mese un rito immediato, il 49enne di origini torinesi D.C. (difeso dall’avvocato Silvia Scaini) resterà al carcere della Rocca di Forlì, mentre i figli di sua moglie, D.M.A.N, 25 anni e S.A.N. di 30 anni (difesi dall’avvocato Arianna Zanetti del foro di Rimini) rimangono agli arresti domiciliari, anche se per loro in qualità di incensurati non è scattata la necessità di restare al domicilio con addosso anche il braccialetto elettronico anti allontanamento.

Il provvedimento del Gip collima con quanto aveva chiesto per i tre al termine dell’udienza il pubblico ministero Emanuele Daddi, che in aula ha ripercorso le dinamiche ricostruite nelle investigazioni dai carabinieri della compagnia di Cesena.

Mentre i due fratelli di origini dominicane si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, per cercare di chiarire i “perché” dell’accaduto al giudice ha parlato il patrigno dei due, il 49enne italiano e compagno della madre dei ragazzi, con la quale ha avuto a sua volta un figlio ancora minorenne.

La situazione è apparsa dalle sue parole come un crescendo di tensioni accumulate nel tempo. Liti e screzi che si sono infiammati dopo il pranzo mercoledì per i “futili motivi” indicati genericamente a ricostruzione anche dagli uomini dell’Arma. Nel dettaglio il genitore cercava di riposare (nella vita è saldatore) dopo il pranzo. Dalle stanze al piano di sopra dei giovani figliastri arrivava molta confusione. Calpestii movimenti ed urti per i quali D.C. avrebbe reagito sgridando: e sottendendo che si trattava di rumori “fatti appositamente” per impedirgli di riposare. Un confronto coi due fratelli di 25 e 30 anni che pian piano è salito nei toni. Fino ad arrivare ad insulti, allo scontro fisico e quindi all’uso anche di coltelli in strada ed al lancio di grosse pietre recuperate dalle aiuole di via Fiorenzuola.

Dal punto di vista delle lesioni alla fine a riportare la peggio è stato il 25enne D.M.A.N, portato al Bufalini in ambulanza con ferite da taglio a ridosso di un occhio, alla schiena ed in un braccio; ferite giudicate guaribili in 20 giorni.

Il fratello maggiore e il 49enne per le accuse sono stati gli altri due protagonisti più attivi della maxi lite. Di qui la “punizione” della detenzione preventiva ed il futuro processo, che non coinvolgerà gli altri residenti della casa. Anche chi ha partecipato in strada alla baruffa sanguigna “tutti contro tutti” alla fine ha assunto agli occhi della magistratura inquirente solo un ruolo da testimone dell’accaduto e non dovrà, almeno in questa fase e se non emergeranno altri elementi in futuro, subire processi per l’accaduto.

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