Cinghiali a ridosso delle case e della parrocchia di Santo Stefano. Un esposto alla Procura contro la Polizia provinciale “per aver abbattuto un esemplare” viene proposto da un’associazione animalista laziale, che si è presa in carico la vicenda avvenuta nei primi giorni di gennaio a Cesena. Molti ricorderanno i fatti raccontati dal Corriere Romagna in quei giorni, soprattutto tra chi li ha vissuti in prima persona in qualità di residente della zona della chiesa di Santo Stefano, nel quartiere Fiorenzuola, o come frequentatore abituale dell’adiacente circolo Acli.
Una donna che stava camminando con il suo cane all’interno del parco adiacente la parrocchia si era trovata di fronte a tre esemplari di cinghiali, in una porzione di città e di area residenziale dove non dovrebbero proprio esserci o dove quanto meno, comunque, non si erano mai visti in passato. Spaventata si era allontanata velocemente lanciando l’allarme e i tre cinghiali, con un’operazione di chiusura delle recinzioni e l’intervento dei vigili del fuoco, parevano essere stati “ingabbiati” per permetterne il recupero, all’interno di una porzione di verde adiacente sia agli orti per anziani che ai campi da calcio che affiancano la chiesa di Santo Stefano.
Il giorno dopo scattò l’operazione di recupero dei cinghiali. Per la quale si prodigarono gli uomini della Polizia provinciale, competenti normalmente per la fauna selvatica, ma che solitamente non sono chiamati ad agire in aree così a ridosso dei giochi dei bimbi e delle frequentazioni da parte di tanti residenti o di quelle dei più giovani che costantemente occupano gli spazi interni e i parchi della parrocchia cesenate. Due cinghiali, non si sa se arrivati in pianura dalle colline di Rio Marano e dopo aver attraversato la via Emilia, finirono per scappare imboccando le vicine rotaie della ferrovia. Uno invece venne abbattuto dagli agenti provinciali.