Cibo, salute e nutrizione in Italia: medico di Cesena protagonista all'incontro ministeriale

Per la prima volta in Italia il Ministero della salute mette ordine nel mondo della nutrizione; ed Ester Giaquinto, medico cesenate specialista in Scienza dell’alimentazione e delegata della Società italiana di nutrizione artificiale e metabolismo-Sinpe, ha preso parte a questo innovativo tavolo a Roma. La Giaquinto, che da 25 anni si occupa di nutrizione, è stata invitata a partecipare alla Conferenza nazionale sulla nutrizione, fortemente voluta dal neo ministro della Sanità Orazio Schillaci, da cui è scaturito un manifesto che affronta il tema alimentazione e stili di vita a 360°. Una tre giorni in cui esperti delle società scientifiche, delegati dei vari ministeri collegati al mondo della nutrizione e medici specialisti hanno rilevato «L’evidente necessità di un approccio intersettoriale per contrastare la diffusione, soprattutto tra i più giovani, di stili alimentari poco salutari, la proliferazione in ambito nutrizionale di iniziative autonome, non supportate da evidenze scientifiche, e la disomogeneità dei servizi di nutrizione clinica e preventiva» come ha dichiarato lo stesso ministro Schillaci.
Dottoressa Giaquinto perché nel nostro paese da tempo serviva un tavolo di concertazione su questi temi?
«Da diversi anni il settore sentiva la necessità di fare chiarezza sulla tanta confusione che esiste in ambito organizzativo, sui vari servizi offerti, sulle disomogeneità di questi fra le varie regioni e sulla formazione. A Roma 4 sono stati i focus al centro del dibattito: promozione della salute e prevenzione delle malattie correlate all’alimentazione; implementazione degli investimenti in nutrizione clinica e preventiva; qualità dei servizi ai cittadini; smarrimento nutrizionale e malnutrizione. La nutrizione infatti è la prima forma di prevenzione, perché mangiare sano significa prevenire patologie diverse ed in particolare si è tenuta una sezione dedicata alla valorizzazione della dieta mediterranea come patrimonio dell’Unesco, ma anche come cura di molte patologie e come valorizzazione della stessa dieta anche dal punto di economico, dei nostri prodotti agricoli».
Nel mondo dell’alimentazione, delle diete eccetera c’è però tanta confusione, molte fake news. Su questo ambito il tavolo ministeriale come pensa d’intervenire?
«Si è deciso d’intervenire: il tavolo proverà a creare le basi di una corretta informazione come tutela della salute, perché essendoci tanta disinformazione le persone si affidano spesso a non professionisti con un impatto negativo sulla propria salute. Spesso poi le persone ricorrono a diete che non hanno basi scientifiche ed anche su questo punto si è scelto di fare più informazione».
Dopo la pandemia le abitudini alimentari degli italiani sono ulteriormente cambiate. Cosa significa questo?
«Implica che ci si affida più spesso a cibi preparati e consumati in fretta con poca attenzione agli aspetti nutrizionali. La Conferenza, cosa che non era mai accaduta prima, ha prodotto al termine dei lavori un decalogo per gli addetti ai lavori che avrà però ricadute anche sulla popolazione. In questo manifesto, oltre agli aspetti organizzativi e relativi alla disinformazione, ci si concentra sulla omogenizzazione dei servizi nella varie Regioni, sul fatto che la materia sia inserita nei corsi di laurea di medicina e di tutte le discipline sanitarie e poi sul fatto che la dieta mediterranea rappresenti il paradigma che consente di conciliare una alimentazione sana e consapevole con la sicurezza dei prodotti e la tutela dell’ambiente. E’ veicolo della forza del made in Italy e concorre alla promozione e alla tutela dell’immagine dell’Italia nel mondo, in quanto basata solo sul consumo di prodotti locali e stagionali e in nessun modo sul consumo di prodotti ultraprocessati o prodotti da coltura cellulare».

