Cesena, verso le elezioni: Lattuca e Casali divisi su tutto, tensione alle stelle sull’alluvione

Scontro infuocato quando si tocca il nervo scoperto dell’alluvione e schermaglie calcistiche, nel senso letterale della parola, quando ci si avventura sull’argomento stadio. Sono stati i momenti più accesi del faccia a faccia pre-elettorale andato in onda ieri sera su Teleromagna tra due dei tre candidati a sindaco: Enzo Lattuca e Marco Casali. È la prima volta che si confrontano, e non sarà l’ultima, visto che il candidato del centrodestra è già stato invitato a ben 7 incontri pubblici prima del voto, e in tutti o quasi è facile immaginare che ci sarà anche il suo avversario del centrosinistra, e quando scatteranno le stringenti regole sulla par condicio non potrà mancare neppure il “terzopolista” Marco Giangrandi, che ieri non è stato chiamato.

Lattuca e Casali hanno intanto messo in evidenza diversità marcate praticamente su tutti i temi toccati durante il talk sugli schermi televisivi.

L’alluvione

La tensione più palpabile c’è stata sul nodo alluvione e frane. Lattuca non è stato tenero col Governo. Ha fatto notare che i soldi per i lavori pubblici che «entro fine 2026 consentiranno di superare tutte le criticità provocate dal disastro del maggio 2024», sono alla fine arrivati «solo grazie alle battaglie fatte dai sindaci, dopo che a Roma avevano detto “non siamo un bancomat”, a proposito dei primi interventi urgenti messi in campo dai Comuni». Ha poi criticato il Governo per non avere ancora concesso «ristori ai cittadini che hanno avuto beni mobili danneggiati»» e per «le lentezze e complicazioni nei sostegni agli imprenditori colpiti». Ha quindi accusato le forze di centrodestra di «usare l’alluvione come una clava», mentre «ci vuole affetto verso la Romagna». Casali ha reagito avvertendo di non fare polemica, altrimenti ricorderà «tutto ciò che non è stato fatto sul territorio per prevenire il disastro in 50 anni di governi della sinistra».

L’emergenza casa

Una delle sfide che i contendenti ritengono ugualmente cruciali ma su cui si differenziano molto nelle ricette è l’emergenza casa. Il sindaco uscente ha messo l’accento su tre azioni per affrontarla: i 20 alloggi sociali che sorgeranno nel quartiere Novello 200 alloggi, destinati all’80% a essere affittati; le oltre 50 case popolari rimesse a disposizione facendo lavori di manutenzioni; una delibera che sta per essere portata in Consiglio comunale per far sì che il Comune, facendo da garante di eventuali inadempienze degli inquilini, incoraggi i proprietari di abitazioni fuori mercato, cioè con le utenze ora staccate, ad affittarle. Il rivale di centrodestra lo ha punto sul Novello, ricordando che «il concorso di idee per quel progetto fu fatto nel 2007 e ancora non è stato realizzato, e anzi il cantiere si è fermato per 6 mesi». Ha poi sottolineato che a Cesena si sono 684 case popolari in meno rispetto a Forlì (e su questo Lattuca ha ribattuto che è così, perché «Mussolini privilegiò quella città»), ha detto di volere «rispolverare il progetto di realizzare case per le fasce deboli nella ex area Peep di S.Egidio» ed è pronto ad agevolare «trasformazioni delle case in campagna, oggi ingessate, la costruzione di foresterie aziendali e conversioni dei negozi in residenze».

I progetti del Pnrr

I grandi progetti finanziati con i fondi del Pnrr sono un fiore all’occhiello della Giunta uscente, ma Casali teme che l’idea «intergenerazionale e multiculturale» su cui si fonda la metamorfosi del Palazzo Roverella sia sbagliata, perché «si rischia di creare un centro sociale nel cuore della città». E anche la riqualificazione dell’area stazione non lo convince, perché «il progetto guarda più all’estetica che alla funzionalità».

Sanità

Casali ha fatto notare che «il nuovo ospedale, che l’ex sindaco Paolo Lucchi aveva annunciato sarebbe stato pronto nel 2025, non vedrà la luce prima del 2030 e i costi per costruirlo sono cresciuti da 156 a 400 milioni». Lattuca ha insistito sull’importanza della sanità sul territorio, dicendo che «entro quest’anno nascerà una Casa della salute nella sede Ausl di corso Cavour, il vecchio Bufalini diventerà un punto di erogazione delle prestazioni sanitarie meno complesse e saranno messi a disposizione dei medici di base locali comunali nelle sedi di quartiere per far sì che le frazioni non ne restino sguarniti».

Area Vasta Romagna

Interessanti le divergenze sull’Area Vasta. Mentre per Casali deve essere «un modo per valorizzare le diversità tra i vari territori» e può funzionare soprattutto per il turismo, secondo Lattuca ha mostrato di essere la strada giusta, citando come prove i miglioramenti ottenuti creando l’Ausl Romagna e spostando il Macfrut dalla fiera a Pievesestina a quella a Rimini. Su quest’ultima scelta il candidato del centrodestra, pur riconoscendo che è stato «un successo manageriale», pensa che sia stata però «una sconfitta identitaria, perché adesso il nome di Cesena non va più in giro per il mondo».

Lo stadio

A proposito di campanilismi, Casali ha difeso la sua idea di costruire un nuovo stadio più lontano dal centro urbano, dicendo che se indossa «la maglietta da tifoso» non lo farebbe «neppure sotto tortura» ma bisogna pensare realisticamente che questa «potrebbe essere una pregiudiziale per futuri investitori stranieri». Lattuca lo ha punzecchiato dicendo che lui la maglietta da tifoso l’ha sempre indossata e sempre la indosserà e ha detto che quella ipotesi è «un’assurdità» e invece, semmai, «col Cesena tornato nel calcio che conta, si può coltivare il sogno di completare la tribuna del “Manuzzi”».

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