Cesena, un piano in più punti per trovare case da affittare

Cesena

«Ci rendiamo conto che a Cesena esiste un grande problema di carenza di case in affitto. E riguarda non solo lavoratori e famiglie in difficoltà ma anche chi ha redditi elevati e però non è interessato a comprare perché è di passaggio a Cesena o comunque non è certo di restarci». A dirlo è il sindaco Enzo Lattuca, stimolato dall’allarme e dalle proposte lanciate ieri da Edoardo Preger. E oltre ad assicurare che l’amministrazione sta lavorando su questo nodo fondamentale, anticipa qualche idea guida per provare a scioglierlo. La prima domanda da porsi - fa notare - è perché ci siano così poche abitazioni sul mercato dell’affitto. Solo capendolo si potranno prendere contromisure efficaci, ma la risposta non è semplice. «La verità - spiega il sindaco - è che il dato sempre citato dei 3.000 alloggi privati vuoti a Cesena non è riferito alle case sfitte ma a quelle neppure affittabili in questo momento, in quanto hanno addirittura le utenze slacciate. E nella maggior parte dei casi avrebbero bisogno bisogno di interventi di messa a norma per darle a inquilini». Eppure, «nessuno, a parte i soggetti istituzionali, sembra interessato a fare interventi di riqualificazione importanti finalizzati ad affittare i propri immobili». Il perché non è facile da capire. «Incentivi generali del Comune per incoraggiare a fare i lavori di sistemazione - osserva il sindaco - non avrebbero molto senso, perché già il superbonus del 110%, ma anche quello ordinario del 50%, previsti per le ristrutturazioni sono molto vantaggiosi». Semmai, in vista della predisposizione del nuovo Pug, l’amministrazione valuterà il ricorso a strumenti più mirati che potrebbero rendere disponibili nuove abitazioni da affittare. «Per esempio, potremmo consentire la trasformazione di certi immobili ora a uso non abitativo esistenti nelle campagne con il vincolo di darli poi in affitto a prezzi calmierati per alcuni anni». Questo non placherebbe però la fame di abitazioni a affittare in aree più centrali. «E ce n’è un gran bisogno, perché tanti lavoratori, soprattutto stranieri, vivono in periferia, soprattutto a Pievesestina e San Vittore, e nelle frazioni del territorio ravennate più vicine ai nostri confini, ma non sono occupati là ma in zone urbane a cui vorrebbero avvicinarsi». Una mossa che potrebbe rivelarsi efficace per rispondere al bisogno generale di alloggi da affittare in zone non decentrate è dare un colpo alla «concorrenza degli universitari con le famiglie nell’accesso alla casa». Presto aprirà lo studentato all’ex zuccherificio, che potrà accogliere un’ottantina di giovani che studiano al Campus. Lattuca pensa che si potrebbe proseguire nella stessa direzione realizzando altri letti ad hoc per gli studenti, che altrimenti molto spesso tendono a essere preferiti alle famiglie come inquilini. Un’altra risposta già messa in campo ma ancora in attesa di prendere forma è il futuro quartiere Novello in zona stazione-ex mercato, con i suoi 291 appartamenti a canone calmierato. «Il Comune ha fatto la propria parte, anche con un’operazione fatta a fine 2019, che consentirà di ridurre ulteriormente i prezzi della locazione. Ora la società “Fabrica” sta attendendo le ultime autorizzazioni da vari enti. La predisposizione del cantiere era prevista per il marzo 2020, ma poi è slittata allo scorso autunno, anche per l’emergenza Covid. Ormai le opere di urbanizzazione, alcune delle quali anche importanti per la viabilità, dovrebbero essere dietro l’angolo». Sul fronte dei contributi per l’affitto c’è l’intenzione di fare uno sforzo, mentre le leve fiscali a favore dei proprietari vengono ritenute già sufficienti, visto che - ricorda il sindaco - «per chi affitta a canone calmierato ci sono un 30% di sconto sull’Imu e il dimezzamento della percentuale della cedolare secca, che sommati valgono mediamente parecchie centinaia di euro». E la paura degli insoluti che frena tanti padroni di casa? «In realtà - osserva il sindaco - esistono già strumenti assicurativi contro questo rischio, messi a disposizione dalle stesse agenzie immobiliari». Uno strumento importante è la Fondazione per l’affitto, che sta già dando una mano, per esempio con il bando per coprire la morosità incolpevole. Per chiudere, le case popolari: la scelta di alienare gli appartamenti erp più vecchi e difficili da sistemare, unite a risorse comunali messe a bilancio - conclude il sindaco - «ci permetteranno di mettere a disposizione nel prossimo futuro circa 50 nuovi alloggi, tra quelli che recupereremo e i 4 allo stato grezzo che completeremo a Calisese».

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