Cesena, un negozio su 5 destinato a sparire in 10 anni. Le richieste di Confcommercio

Cesena
  • 23 novembre 2025

CESENA. Commercio a rischio: un negozio su cinque destinato a sparire entro il 2035 nel prossimo decennio anche nel Cesenate. Dal rapporto dell’Ufficio Studi di Confcommercio, presentato in vista dell’iniziativa “inCittà – Spazi che cambiano, economie urbane che crescono”, in programma a Bologna, a cui parteciperà una delegazione di Confcommercio cesenate con il presidente Augusto Patrignani, il direttore Giorgio Piastra e il vicedirettore Alberto Pesci e membri della giunta, emerge che negli ultimi dodici anni il tessuto commerciale italiano ha subito una contrazione profonda: più di 140mila attività al dettaglio, tra negozi e ambulanti, hanno cessato l’attività.

«Anche per il prossimo decennio lo scenario è penalizzante anche nel Cesenate e Confcommercio chiede di intervenire», afferma il presidente Augusto Patrignani, «propone che i diversi livelli di governo – nazionale, regionale e locale -collaborino alla creazione di un quadro stabile, coerente e abilitante per la valorizzazione delle economie di prossimità e delle imprese del terziario di mercato. A livello comunale, si propone la redazione di programmi pluriennali per l’economia di prossimità, strumenti integrati per coordinare le diverse azioni di contrasto alla desertificazione commerciale. Tra le misure più efficaci: patti locali per la riattivazione dei locali sfitti, con canoni calmierati e incentivi coordinati tra pubblico e privato; interventi di animazione urbana e accompagnamento all’avvio d’impresa, promossi da Comuni e associazioni di categoria; azioni per una logistica urbana sostenibile e integrata nei sistemi digitali; piattaforme di welfare territoriale che permettano alle imprese di erogare crediti spendibili nei negozi e servizi di prossimità; partenariati tra imprese del terziario di mercato e operatori immobiliari, per integrare nei nuovi interventi di rigenerazione urbana spazi destinati ai servizi di quartiere e alla vita comunitaria».

A livello nazionale, Confcommercio «chiede di garantire un coordinamento stabile delle politiche urbane e territoriali, promuovendo linee guida condivise e l’integrazione dei diversi programmi e fondi europei e nazionali in una strategia unitaria dedicata alla rigenerazione urbana e al rafforzamento delle economie locali. A livello regionale, è fondamentale valorizzare e armonizzare l’esperienza dei Distretti Urbani dello Sviluppo Economico, superando la frammentazione normativa e definendo regole minime comuni per il funzionamento, la governance e il coinvolgimento degli attori locali».

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