Cesena, un’impresa da 18 ore: cesenate primo di categoria nel triathlon estremo “The stone”





C’è chi, per esigenza o poca predisposizione, 18 ore di lavoro e fatica preferisce spalmarle nell’arco di una settimana. Con un contratto part-time. Poi c’è chi della fatica fa la sua “passione” e consuma quelle 18 ore in una sola giornata. E il contratto lo sottoscrive col datore di lavoro più esigente: sé stesso. Lui è Alessandro Batani, ingegnere meccanico cesenate di 54 anni. Tra i tanti, i conti che preferisce fare sono quelli dei chilometri. Nessun motore. Solo corsa, bicicletta o “bracciate”. Purché: «si arrivi alla fine» – afferma. Un mantra. Un desiderio incontenibile. Una necessità: oltrepassare il proprio limite. Se esiste.
Percorso
Dopo il debutto l’anno scorso alla “Eagle X-men” a L’Aquila, lo scorso 4 luglio, Batani ha partecipato alla gara “The Stone” dello stesso circuito “Extreme Triathlon”. Una vera e propria «esperienza che non cerca vincitori, ma “finisher”. Il concetto principale rispetto al “Triathlon Sprint” o all’”Ironman” – spiega – è quello di mettersi in gioco con sé stessi e provare a finire il percorso». Unica regola: tagliare il traguardo in 18 ore. Gara o impresa? Dettagli. Spesso, però, alcuni sono fondamentali: 3,8 chilometri di nuoto nel Lago di Iseo; 175 chilometri in bicicletta immersi nel fascino della Valle Camonica con 4.100 metri di dislivello e 38,5 chilometri di corsa fino al paesaggio quasi “lunare” del passo Paradiso (2.200 metri di dislivello). «La gara è cominciata con l’attraversata a nuoto dalla sponda di Tavernola Bergamasca a quella di Sulzano alle 4 di mattina – racconta Batani -. Era buio pesto; la rotta da seguire la segnava il faro acceso a Sulzano. Uscito dall’acqua sono montato in sella alla bicicletta e ho percorso il tragitto della Val Camonica. Prima il passo della Aprica (1.176 m.s.l.m); poi il Mortirolo (1.852 m.s.l.m). Siamo scesi a Ponte di Legno; risaliti per fare il passo del Gavia (2.621 m.s.l.m) e tornati in paese dove iniziava la corsa off road». Tra lo scorrere della falcata e del...cronometro: «Dovevo raggiungere la cima del passo del Tonale entro le 21 altrimenti mi avrebbero fermato».
“La forza”
Adrenalina pura. Stimolata dalla criticità del momento. «L’Aprica e il Mortirolo li ho affrontati sotto il diluvio. Il freddo rendeva difficile la respirazione e governare la bici. Alla partenza eravamo 75 iscritti; abbiamo tagliato il traguardo in 45. Molti si sono si sono arresi per ipotermia». La corazza di Alessandro: «Queste gare si fanno in team. Il mio era composto da mia moglie Fulvia, dalle amiche Silvia e Patrizia e dal mio compagno di squadra del “Cesena Triathlon” Paolo Castellani. Prima di cominciare la gara avevo segnalato dei punti nei quali avrebbero dovuto farsi trovare a un dato orario». Il team esegue e tra thè caldo, integratori e indumenti pesanti assistono Alessandro durante le soste. «Grazie a loro mi sono difeso dal freddo. Per scendere dal Mortirolo mi hanno fornito un giaccone pesante che mi ha “salvato”. Paolo? Fantastico! Abbiamo scalato assieme gli ultimi 7 chilometri verso il traguardo in cima al passo Paradiso».
“Finisher”
La luce del tramonto illumina e colora le crode del gruppo dell’Adamello e il ghiacciaio del Presena. Le emozioni crescono e si fanno ossigeno. «Si è creata un’atmosfera meravigliosa. La luce calava, il riflesso della luna brillava sul ghiacciaio. Ho acceso la torcia e sono andato avanti. Ho scollinato, vedevo il lago e iniziavo a sentire la voce della gente, lo speaker aveva rilevato la mia posizione dal gps e urlava il mio nome. Ero un “finisher”. Sensazioni indescrivibili». L’anima e lo spirito oscillano tra soddisfazione e stupore. «Tornato a casa ho scoperto di essermi piazzato primo nella mia categoria, M 50-54 anni», riporta ancora incredulo.
Allenamento
Nelle 18 ore si mescolano emozioni, sacrificio, follia e consapevolezza. «Ho iniziato ad allenarmi ad ottobre 2024 – riferisce – circa dieci ore a settimana. Nove settimane prima della competizione ho specializzato l’allenamento e aggiunto 8 ore. Due giorni di nuoto in piscina o in mare all’alba a Cesenatico per 8 km; 3 giorni di corsa per 60 km». Sabato bici: «Uscivo 8-9 ore. Secondo le regole “The Stone”: In salita. Da Cesena pedalavo verso Bagno di Romagna, passo dei Mandrioli, Calla, Tavolicci, monte Fumaiolo». Neanche il settimo giorno non si riposava: «30km di corsa sulle colline di Cesena». Fino al momento delle prove generali: «Due settimane prima della gara ho fatto la maratona delle Dolomiti. Affrontare le salite in solitudine permette di riconoscere e apprezzare l’essenza della bicicletta». E di sé stessi. Come da contratto.