Cesena, "triplicati i tempi d'attesa in Pronto soccorso per i pazienti da ricoverare al Bufalini"

Cesena

Nel giro di tre anni sono triplicati i tempi di quello che in linguaggio tecnico sanitario viene chiamato "boarding", cioè l'attesa in Pronto soccorso dei pazienti prima di essere ricoverati. Lo denuncia Massimiliano Pompignoli, consigliere regionale della Lega. Segnala che nel 2020 il tempo di stazionamento al Bufalini il tempo di stazionamento in media era di 15,1 minuti per un codice rosso e di 22 minuti per un codice giallo/arancione. Nell’arco di tre anni, questi tempi sono più che triplicati. Nel 2021 si è passati a 41,9 minuti di media di boarding per un codice rosso, più del doppio rispetto al 2020, e nel 2022 si è addirittura sfiorata la soglia dei cinquanta minuti, con 49 minuti in media di stazionamento nei corridoi del Pronto soccorso, in attesa di ricovero. La situazione non migliora per i codici gialli-arancioni - prosegue il consigliere regionale Pompignoli - con “il tempo medio di boarding che nel 2021 è salito a 37,7 minuti e nel 2022 è schizzato a 41,4 minuti”.
“Il boarding causa un vero e proprio collo di bottiglia all’interno del Pronto soccorso, con persone sofferenti e in gravi situazioni di rischio che stazionano in barella in attesa di essere ricoverati. Ogni minuto è prezioso in questi casi - sostiene ll'esponente del Carroccio - soprattutto per quei pazienti classificati con codice rosso. Ma le conseguenze del boarding sono anche altre; per gli operatori si tratta di uno stress in più e di carichi di lavoro estenuanti. Per il sistema, in generale, è causa di rallentamento delle prestazioni, blocco delle ambulanze, sovraffollamento e aumento dei tempi di attesa nel Pronto soccorso.”
Per Pompignoli "questa criticità organizzativa impatta in prima battuta sul Pronto soccorso, principale porta d’ingresso di tutte le fragilità, ma che inevitabilmente provoca cortocircuiti nell’intero ospedale. Per invertire la tendenza, le strade da intraprendere sono due: da un lato bisogna riprogettare la risposta all’emergenza migliorando la gestione del paziente in uscita e in entrata, dall’altro, dopo anni di tagli indiscriminati, bisogna incrementare l’offerta di posti letto. Solo così si può pensare di garantire condizioni di degenza dignitose a chi è costretto a recarsi in ospedale.”

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