Il punto di partenza è semplice e negli anni ha sollevato ripetutamente proteste politiche e anche di cittadini interessati, a cominciare da quelle spesso eclatanti di Giuseppe D’Ursi, o “Beppe rotelle”, come lo chiamano tanti: su 800 fermate bus presenti nel territorio comunale di Cesena, solo 75 sono abilitate a fare salire e scendere a bordo dei mezzi disabili in carrozzina. Adesso, finalmente, si è fatto un passo avanti, che dovrebbe segnare l’inizio del percorso per risolvere gradualmente questo problema. Nei giorni scorsi, il Comune ha affidato il compito di effettuare una ricognizione e classificazione delle fermate del trasporto pubblico locale nel comune di Cesena per esaminarne le caratteristiche. Se ne occuperà Elena de Toni, dietro compenso di 23mila euro. L’intento è chiaro. Per molte delle fermate sono necessari lavori di adeguamento per renderle regolarmente utilizzabili da tutti, e non è neppure detto che sarà possibile realizzarli in tempi brevi, anche per motivi economici. Il Peba (Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche) del Comune di Cesena prevede comunque che siano rese accessibili tutte le fermate del trasporto pubblico locale. Intanto, però, alcune potrebbero già possedere i requisiti necessari per potere accogliere persone con disabilità con tutti i crismi di legge fissati per questioni di sicurezza. Perciò potrebbero essere immediatamente autorizzate, senza bisogno di fare niente, a parte dare il via libera.
L’incarico
Proprio verificare quali sono le fermate di questo tipo è l’obiettivo dell’incarico assegnato. Il lavoro certosino richiesto dovrà essere ultimato entro la fine di quest’anno. De Toni è una professionista che ha già maturato un’esperienza importante in questo ambito. Nel 2019-2020 ha infatti messo a punto il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche a Padova, che è diventato un punto di riferimento a livello nazionale. Adesso è chiamata a effettuare un rilievo di tutti gli elementi utili a determinare l’accessibilità di ciascuna delle 800 fermate esistenti in termini di sicurezza. Che significa che dovrà valutare la possibilità di accostamento del mezzo, il comfort, la visibilità, l’orientamento, il collegamento con gli spazi urbani. I risultati di queste analisi saranno messi nero su bianco su apposite schede, che verranno poi consegnate all’amministrazione comunale e ai gestori del servizio di trasporto pubblico locale. A quel punto, si potrà capire quante e quali fermate possono essere considerate già idonee per fare salire e scendere sui bus persone costrette in carrozzina.