Cesena, sfollati per l’alluvione: contributi comunali mensili ridotti in un anno a un quinto grazie ai rientri

Superano ancora i 14mila euro mensili complessivi, suddivisi in 24 versamenti, i contributi per l’autonoma sistemazione concessi dal Comune a famiglie che sono state costrette a lasciare la loro abitazione a causa dell’alluvione e delle frane che nel maggio 2023 hanno colpito duramente anche il territorio cesenate. È una somma tutt’altro che trascurabile, a quasi un anno e mezzo di distanza dal disastro rispetto al 1° settembre scorso, data in cui si è eseguita la periodica ricognizione per censire chi non ha ancora potuto fare ritorno a casa e quindi resta sfollato ed è nelle condizioni di ricevere l’aiuto.

Passi avanti

Che la situazione si stia però poco a poco normalizzando su questo fronte lo racconta bene il confronto con la situazione esistente dodici mesi prima. Quando fu fatta la verifica relativa al 1° settembre 2023, e furono erogati i relativi contributi a chi continuava a vivere in alloggi alternativi a quello diventato inaccessibile, che si era procurato autonomamente, quella cifra era infatti quasi cinque volte più alta. Per la precisione, 66.696 euro mensili totali contro gli attuali 14.066.

L’emergenza post disastro

Ovviamente era ben più drammatica la situazione di partenza: subito dopo la catastrofe naturale del maggio 2023, furono 400 le famiglie sfollate. E nel periodo maggio-giugno il Comune erogò ben 213.186 euro, attingendoli dalle donazioni pro alluvionati fatti da cittadini privati e imprese, per anticipare come quelli che in sigla vengono definiti cas (cioè appunto contributi per l’autonoma sistemazione) che altrimenti avrebbero tardato ad arrivare dalle istituzioni sovracomunali che avrebbero avuto l’onere a liquidarli.

Gli importi dei contributi

L’entità del contributo versato con l’ultimo pacchetto di sostegni è variabile, e non poco. Si va da 80 euro fino a 1.100 a ciascun richiedente beneficiario. Dipende innanzitutto, ma non solo, dal numero di componenti del nucleo familiare. Il cas è stato concepito per i nuclei sfollati domiciliati ma non anagraficamente residenti, o che comunque non hanno avuto diritto alla corrispondente forma di aiuto nazionale, erogato dalla Protezione Civile: questa misura è stata ed è preziosa, ovviamente, per chi aveva sottoscritto contratti di locazione che sono stati poi disdettati dal proprietario a seguito dell’alluvione.

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