Cesena, Samir Gryka e il successo di Alba Costruzioni: “Siamo arrivati su un gommone e ci siamo dati da fare, siamo grati all’Italia”

Cesena

Costruirsi una vita dandosi da fare; senza pretese. Con questa “filosofia” i fratelli Gryka - Samir, Klaudian e Shkelzën - sono diventati un punto di riferimento nel settore delle costruzioni e delle ristrutturazioni in Romagna. Salpati dalle coste dell’Albania con le ondate migratorie degli anni Novanta, sono oggi i titolari di “Alba Costruzioni Srl”. Azienda impegnata nell’edilizia residenziale, commerciale, industriale e ricettiva con sede in via Arenzano 545 a Cesena. Capace di registrare fatturati annui oltre i 3 milioni di euro.

Samir, quando siete arrivati in Italia?

«Nel 1997, a bordo di un gommone. Siamo sbarcati a Taranto dove abbiamo lavorato per due anni come operai agricoli. Con la “legge flussi” abbiamo ottenuto i documenti e nel 2003 abbiamo iniziato a fare i muratori in Romagna».

Quindi, la vostra carriera comincia come dipendenti?

«Esatto. Fino al 2006. Quando abbiamo avviato la nostra impresa. Con il contributo di nostro padre che ci ha raggiunto tramite ricongiungimento familiare. In Albania aveva una piccola ditta. In due anni ci ha migliorato come muratori e ci ha insegnato a dirigere un’azienda».

Perché l’edilizia?

«Perché era ed è un settore redditizio. A noi importava solo guadagnare. Non abbiamo mai avuto paura della fatica».

Quanti dipendenti avete?

«15. Nei cantieri abbiamo solo operai stranieri. Ma abbiamo avuto anche italiani. In ufficio, invece, ci sono tre persone autoctone. Una delle quali è con noi da 15 anni.

Gli italiani non vogliono fare i muratori?

«Hanno perso interesse verso l’edilizia. Preferiscono fare l’idraulico, l’elettricista o il magazziniere per fare le 8 ore di lavoro canoniche. Gli stranieri, invece, conoscono il mestiere».

Assumere stranieri conviene?

«No. Nessuno sgravio fiscale. Anzi, anche gli stranieri non sono semplici. Esigono paghe sempre più alte e vorrebbero aumenti ogni mese. Pretese che gli italiani non hanno».

Gli stipendi coincidono?

«Il contratto collettivo è unico. Poi la retribuzione può variare in base all’inquadramento e alla qualità del lavoro del singolo. Perché il personale, ogni anno, costa ad “Alba Costruzioni Srl” tra i 560 e i 600 mila euro».

Samir, davvero l’Italia non sa accogliere?

«È un’assurdità. Io sono grato a questa nazione perché mi ha consentito di dare alla mia famiglia l’opportunità di una vita migliore. È la concezione di chi arriva che è sbagliata».

Cioè?

«Nessuno regala nulla. Se si sceglie di emigrare in un altro Paese bisogna essere consapevoli che si riceverà anche in base a quello che si darà. Noi siamo arrivati in Italia sapendo che avremmo dovuto rimboccarci le maniche affinché la società si fidasse di noi e potesse aiutarci. Non sperando nel mantenimento dello Stato. Paghiamo molte tasse? Vero. Ma cosa succede dove la pressione fiscale è minore come negli Usa, ad esempio? Si è costretti a sottoscrivere assicurazioni salate per non rischiare di morire fuori dall’ospedale. In Italia, anche a un clandestino, l’assistenza sanitaria non verrà mai negata...».

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