Cesena, salute mentale: “budget” personalizzati per recuperare autonomia

Cesena

Un progressivo percorso verso una sempre maggiore autonomia. È questa la sintesi dei “Budget di salute”, programmi di recupero che il Dipartimento di Salute Mentale di Forlì-Cesena sta attuando all’interno del suo apparato. Si tratta di un progetto sostenuto dalla Regione, mutuato da altre esperienze nazionali e di derivazione diretta del Sistema Sanitario Nazionale. Lanciati sul territorio emiliano-romagnolo dieci anni fa nel Dipartimento di Salute Mentale di Bologna, i “Budget di salute” stanno riscontrando buoni risultati anche nei territori forlivesi e cesenati: nel 2024 ne sono stati attivati 179 e nel primo semestre del 2025 già 163. In prevalenza sono indirizzati a uomini con età media di 51 anni.

Obiettivi e modalità

I “Budget di salute” tendono alla riconquista dell’autonomia del paziente in aree specifiche: socialità, lavoro e abitare. La persona che ne fruisce diventa centrale, venendo responsabilizzata.

«I “Budget di salute” - spiega Michele Sanza, direttore sanitario del Dipartimento di Salute Mentale e dell’Unità Operativa Servizio Dipendenze Patologiche di Forlì-Cesena - sono progetti realistici di soddisfazione delle esigenze dei nostri utenti. L’aspetto più rilevante è il protagonismo del paziente, che non è più un soggetto passivo del percorso terapeutico, ma diventa proponente attivo. È lui che, insieme agli operatori, decide come strutturare il suo percorso. La flessibilità di questi programmi permette di costruire le singole strategie partendo dal bisogno effettivo del paziente».

Risorse

I “Budget di salute” si reggono sulle risorse provenienti dall’area sanitaria (Ssn, Ausl regionali e Ausl territoriali), dall’area sociale (Servizi sociali degli enti locali) e dall’eventuale patrimonio dell’utente o della sua famiglia.

«Viene fatta una valutazione insieme all’utente - continua a spiegare Sanza - Si analizza il budget interno all’Ausl per la riabilitazione, poi si passa a quantificare l’intervento sociale e infine ci si rivolge alla disponibilità personale del soggetto. La ricerca delle risorse va considerata anche come possibilità di compartecipazione. La persona potrebbe avere una casa di proprietà, ma non essere in grado di pagare tutte le bollette. A quel punto, sempre nell’ottica di favorire la conservazione della sua autonomia, si potrebbe inserire un’altra persona a coabitare con lei , facendola così contribuire alle spese. Ed evitando in questo modo l’inserimento in struttura».

Il recupero dell’autonomia

A conclusione di questi percorsi, il paziente avrà riottenuto un’autosufficienza tale da consentirgli di rimettersi in gioco nel mercato del lavoro, di vivere nella propria casa e di reinserirsi nei contesti sociali dai quali proviene. Per la ricerca di un impiego si affiancano ai “Budget di salute” i programmi Ips. Sono dedicati «a soggetti con concrete possibilità di autonomia; per lo più giovani e con ampie prospettive di riabilitazione», specifica Sanza. Consentono a chi esce da un percorso di recupero psichiatrico di imparare a comporre un curriculum vitae, a rapportarsi con le agenzie interinali e a sostenere un colloquio di lavoro.

Costi: un po’ di numeri

Nel 2024, l’Ausl Romagna, per l’attuazione dei “Budget di salute”, ha sostenuto una spesa complessiva di 375mila euro; i Comuni 89.400 euro; le risorse personali sono arrivate a 24mila euro. Il costo medio di ciascun “Budget di salute” è stato di 2.760 euro, così ripartiti: 2.119 euro a carico dell’azienda sanitaria; 505 del Comune; 136 euro dell’utente e della sua famiglia.

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