Cesena, Sacim in vendita per 7,6 milioni: asta fissata nel mese di febbraio

Cesena

È stata fissata l’udienza di vendita della Sacim. Ottenuta l’autorizzazione tramite provvedimento emanato dalla giudice Maria Cecilia Branca della sezione fallimentare del tribunale civile di Forlì, lo scorso 15 dicembre, il curatore fallimentare Michele Sarti ha fissato l’udienza per il 6 febbraio 2026 alle 10.30. La vendita avverrà in un lotto unico, la modalità sarà quella della «vendita senza incanto» che prevede che le offerte vengano presentate in busta chiusa, e la base d’asta è stata fissata a 7.595.000 euro.

Azienda storica

È il passaggio, quello della vendita, che dovrebbe sbloccare il destino della Sacim, che con i suoi 105 anni di storia, è una delle aziende più longeve di Cesena ed è inserita nei marchi storici di interesse nazionale. Da sempre lavora nella produzione di cisterne per il trasporto di liquidi su strada, mare e ferrovia. Era nata in area urbana, ma da diverso tempo ha sede in piazzale Arcano, tra Torre del Moro e Diegaro, ed è stata proprio la mancata vendita della vecchia sede l’innesco che ha portato Sacim ad aprire le procedure di concordato. Era il 2004 quando avviò il percorso per trasferire la sede, nel 2009 sembrava essere arrivato l’acquirente per la vecchia sede, ma il progetto di vendita si dissolse travolto dal fallimento Isoldi. Da allora ogni tentativo è fallito e all’inizio di quest’anno le banche che avevano finanziato l’operazione hanno risposto negativamente all’ennesima richiesta di proroga.

Il tentativo del concordato

Era l’aprile di quest’anno e l’obiettivo della richiesta di concordato presentata al tribunale era evitare il fallimento, visto soprattutto che le commesse non sono mai mancate alla Sacim. A settembre si erano già fatti avanti 4 potenziali acquirenti, ma a meno di un mese dall’asta, a inizio ottobre, dal tribunale è arrivata la sentenza che ha cambiato nuovamente le carte in tavola e avviato la procedura di liquidazione giudiziale. A pesare nella decisione la situazione di cassa della Sacim che in quel momento non pareva in linea con il piano di concordato che accompagnava l’azienda verso l’asta di vendita, una parte di documentazione incompleta e anche il fatto che, pur trattandosi di un’ipotesi piuttosto remota, la Sacim rientra, come tipo di azienda, nella casistica che consente allo Stato di usare il cosiddetto “golden power” e impedirne la vendita a soggetti esteri nel caso in cui la vendita rappresentasse una minaccia per gli interessi nazionali.

L’avviso di vendita

L’avviso di vendita emanato dal curatore Michele Sarti ne fissa anche le condizioni. La prima è che la vendita riguarderà un lotto unico che composto dall’intero complesso aziendale che comprende immobilizzazioni immateriali e materiali, magazzino, i contratti che riguardano le commesse in corso di lavorazione alla data di trasferimento e gli altri contratti con clienti e fornitori in essere. Un pacchetto che comprende tra le altre cose il marchio “Sacim”, brevetti, disegni tecnici, licenze, ma anche tutti i contratti di lavoro dipendente e non, un aspetto fondamentale per il centinaio di lavoratori che attendono di conoscere anche il proprio destino oltre che quello dell’azienda.

Specifica anche che le eventuali penali che applicherà il Ministero della Difesa, uno dei committenti di Sacim (il cui ammontare è stimato intorno ai 77mila euro) saranno a carico dell’aggiudicatario e che questo dovrà attivarsi tempestivamente per subentrare o comunque mantenere efficaci le fidejussioni rilasciate dalle compagnie assicuratrici a favore del Ministero della Difesa e dell’Interno, per 115.470 euro e 208.750 a garanzia degli impegni di regolare esecuzione. Le offerte andranno presentate in busta chiusa entro le 12 del 5 febbraio.

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