Cesena, reti idriche cedute a Romagna Acque: bollette un po’ più care ma più investimenti

Cesena

Romagna Acque, società partecipata dai Comuni della Romagna per la fornitura di acqua corrente, otterrà il monopolio nell’amministrazione delle reti idriche. Le cinque società territoriali, Unica Reti Spa, Amir, Sis Team e Ravenna Holding, gliene conferiranno la titolarità. Una scelta di indirizzo che avrà una ricaduta anche sull’utenza, che subirà un fisiologico aumento delle tariffe. Il progetto è stato presentato due sere fa dai presidenti di Romagna Acque Spa, Fabrizio Landi, e di Unica Reti Spa, Stefano Bellavista, in una seduta della commissione consiliare a Palazzo Albornoz.

L’operazione

Il conferimento in natura delle reti da parte delle cinque società detentrici, che segue un aumento di capitale da parte di Romagna Acque Spa con azioni del valore nominale di 516 euro e relativo sovrapprezzo a copertura, vedrà come corrispettivo l’emissione di nuove azioni speciali da parte di Romagna Acque Spa, che non daranno diritto di voto ma consentiranno di trattenere gli eventuali utili riferiti al ramo di azienda conferito. «Per non incidere sul potere di rappresentanza e peso di ciascun Comune o ente pubblico sulla società», ha dichiarato Landi.

Per consentire il buon esito dell’operazione, Arera ha autorizzato l’apertura di un piano di ammortamento fino al 2052.

Più fondi per investimenti

Per quanto riguarda la provincia di Forlì-Cesena, sarà, dunque, Unica Reti Spa a cedere l’amministrazione delle reti del servizio idrico integrato a Romagna Acque Spa, mantenendo solo la distribuzione di gas naturale ai 30 Comuni provinciali. La gestione rimarrà in capo a Hera Spa fino alla naturale scadenza del contratto nel 2027. Il passaggio avverrà «senza perdita patrimoniale e di investimento, ma con un recupero – ha detto il presidente Bellavista – perché Unica Reti Spa ha una capacità di 14 milioni di euro all’anno di investimento, che con questa operazione, potrebbe proiettarsi a 24 milioni di euro».

Ammortamento e tariffe

Secondo le stime, il conferimento permetterà a Romagna Acque Spa di raddoppiare il suo attuale capitale sociale di 400 milioni di euro, con una media di 80-90 milioni di euro di entrate all’anno. Incrementi che, anche per sostenere il lungo periodo di ammortamento, saranno possibili con un aumento tariffario medio fino allo 0,8% sugli utenti del servizio idrico.

Landi ha assicurato che «i proventi che entreranno nell’arco degli anni dalle tariffe verranno spesi dalla partecipata per nuovi investimenti sul servizio idrico». Investimenti possibili anche grazie alla larga patrimonializzazione e alla disponibile liquidità della società. «Nella logica dell’operazione – ha aggiunto Landi – il ricavato dalla tariffa verrà reinvestito entro la fine di ogni anno. Romagna Acque Spa su quelle somme non percepirà oneri fiscali e finanziari, ma l’investimento sarà riconosciuto in tariffa».

Dubbi politici

L’articolata operazione, unita alla necessità di approvarla entro il 31 dicembre prossimo, ha sollevato dubbi nei consiglieri presenti. Tanto da dichiararsi «preoccupati» nel votare una delibera «di cui non esiste documentazione esplicativa», hanno fatto notare i 5 Stelle. Sulla stessa linea anche le opposizioni. “Cesena siamo noi” ha rimarcato il carattere aleatorio delle entrate, evidenziando che le società di reti passeranno «da un regime di ricavi sicuri garantiti dalla riscossione di un canone a uno di ricavi incerti legati agli utili di Romagna Acque Spa». Fratelli d’Italia ha confermato la diffidenza nei confronti della strategia dell’area vasta, «perché l’unione di realtà diverse non permette di misurare con chiarezza le reali ricadute sui cittadini».

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